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giovedì, Aprile 25, 2024
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Jorginho, dal monastero al tetto d’Europa: «Viveva con 20 euro in una stanza buia, ora è da Pallone d’oro»

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Tra i protagonisti dell’Italia campione d’Europa non può mancare Jorginho. L’ex giocatore del Napoli, dopo la Champions League vinta con il Chelsea, ha portato a casa anche il trofeo con la maglia della Nazionale, arrivato l’ultima volta nel ’68. Anche il Chelsea, il club inglese in cui gioca il numero 8 azzurro, si è congratulato con il giocatore che è stato nominato nella Top 11 di Euro 2020: «Jorginho è nella squadra ufficiale del Torneo per Euro 2020! Complimenti!».

Nella semifinale contro la Spagna il simbolo della vittoria degli azzurri è il suo rigore: corsetta, saltello e portiere spiazzato. Una meraviglia. Peccato per il rigore sbagliato in finale, che per fortuna non ci è costato caro.

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«Io do sempre tutto quello che ho per la squadra, ma purtroppo a volte non basta. Ho finito per sbagliare il rigore, e in quel momento mi è caduto il mondo addosso, perché volevo regalare la vittoria all’Italia. Per fortuna abbiamo questo fenomeno in porta (Donnarumma, ndr) che mi ha salvato”, le sue parole dopo la finale ed il rigore sbagliato.

In ogni caso, dietro al calciatore – candidato sicuramente per il prossimo pallone d’oro – c’è una storia difficile. C’è un percorso pieno di ostacoli, di momenti bui, di solitudine. Un percorso che l’ha portato sul tetto d’Europa.

La storia di Jorginho, dal Brasile a Verona

Jorge Luiz Frello Filho, meglio conosciuto come Jorginho, nasce a Imbituba, città brasiliana da cui però è partito sognando un futuro migliore. Un futuro che ha senza dubbio trovato, forse anche ben oltre le aspettative, qui in Italia. Gli inizi nel Belpaese non sono stati dei migliori: per un ragazzino di 15 anni, infatti, era difficile permettersi anche una colazione. E spesso succedeva che Jorginho la saltasse. A raccontarlo è Riccardo Prisciantelli, il direttore sportivo del Verona fino al 2010, alla ‘Gazzetta dello Sport‘.

“Ricordo quel giorno come fosse oggi. Era il 2007, mi chiama un imprenditore veronese che lavora in Sudamerica. Mi propone dei giovani calciatori, gli dico che il mio club ha zero budget e se vuole può portarli in Italia. Tutti gli riconoscevano la grinta di un leone, lui per me è un lupo. Non si vede spesso, in campo fa il triplo e lavora più di tutti. Per quanto ha sofferto merita il Pallone d’Oro”.

Purtroppo, però, le cose non si sistemano nonostante il ragazzo convince tutti con pochi allenamenti. Il Verona non può tesserarlo e così Jorginho finisce in un monastero.

“Stavo arrivando al campo, mi chiama il massaggiatore perché aveva visto il giovane palleggiare. Era estasiato. Lo portavamo agli allenamenti e alle partite della Berretti. Ci è voluto molto tempo prima che riuscissimo a tesserarlo. Era quasi un infiltrato, non poteva vivere in convitto con i compagni. Lo affidai a una comunità di preti per dargli un letto e un pasto caldo. Ai monaci facevo delle offerte. Non sempre avevo soldi, una volta ho discusso con uno dei frati per dare a Jorginho da mangiare . Al ragazzo regalavo 20 o 50 euro quando potevo. Faceva lo stesso Rafael, il portiere brasiliano della prima squadra. Era l’unico modo che avevo per permettergli di studiare, imparare la lingua e giocare”.

Il capitolo Napoli e il legame con Maurizio Sarri

Jorginho deve fare i conti anche con il suo fisico, ancora troppo esile per essere pronto alla Serie A e per giocare ad alti livelli.

Non immagino le lacrime versate nelle notti in quella stanza buia e triste. So solo che non ha mai mollato. Comprai qualche attrezzo per allestire una piccola palestra nel centro sportivo. Lui arrivava all’alba – racconta l’ex ds – e continuava finché non lo costringevamo ad andare via”. Allenamenti, caparbietà e determinazione… fino all’incontro con Maurizio Sarri.

“Mi chiese di portargli qualcuno dalle giovanili. Vide Jorginho e se ne innamorò, ecco perché lo ha voluto al Napoli e poi al Chelsea. Senza contratto, ogni allenamento era un rischio. Se si fosse infortunato sarebbero stati guai. Per dargli una chance ho rischiato la carriera. Il tecnico lo voleva in gruppo, io lo inserii nella lista del pre-ritiro natalizio. Avrei fatto di tutto per lui”.

E sarà proprio Maurizio Sarri, qualche anno dopo, a mettere in piedi il Napoli più bello degli ultimi anni. Il tecnico toscano non ci ha mai rinunciato al campione d’Europa con Chelsea e Italia: quando il Chelsea annuncia l’ex tecnico di Juve e Napoli, infatti, Jorginho viene strappato alla concorrenza del Manchester City con cui stava quasi per firmare. Indossa così la maglia del Chelsea, con la quale vincerà Europa League e Champions League.

La corte del City e quel no a Guardiola

Il legame con Maurizio Sarri è una delle cose più importanti per il numero 8 della Nazionale. Talmente forte da metterlo davanti alla corte di Pep Guardiola, che ha provato a portarlo al City ma senza risultati. A raccontarlo lo stesso allenatore dei Citizens.

“Siamo stati vicini ma alla fine Jorginho ha deciso di rimanere con Sarri. Ho sempre detto che voglio giocatori che desiderano venire qui. Lui non lo voleva. Ci abbiamo provato, abbiamo creduto fosse chiusa ma all’ultimo momento ha deciso per il Chelsea“.

Candidato per il Pallone d’oro

In molti chiedono che il professore del centrocampo sia indicato come vincitore del Pallone d’Oro. Del resto ha vinto tutto quello che c’era da vincere col club e con la Nazionale e lo ha fatto da protagonista. Ma c’è da battere la concorrenza dei ‘solito’ Messi, fresco vincitore della Copa America.

Cosa dicono i bookmakers

La vittoria a Euro 2020 dell’Italia di Roberto Mancini apre scenari che fino a pochi giorni fa sembravano essere preclusi come, ad esempio, la candidatura per il Pallone d’Oro 2021. I betting analyst di Stanleybet.it, infatti, non escludono la possibilità che sia uno degli eroi del trionfo di Wembley ad aggiudicarsi il rinomato premio. Tra coloro che sono in lizza, infatti, ci sono Lorenzo Insigne in quota 50 – la stessa riservata a Lukaku e Haaland – mentre vale 65 volte la posta il successo di Ciro Immobile. Più indietro, invece, Verratti a quota 100.

Mai come quest’anno, però, non sono da escludere sorprese con la quota “Altro” che vale 4 volte la posta e nella quale potrebbe rientrare anche Jorginho, vincitore di Euro 2020 e della Champions League con il Chelsea e perché no anche Donnarumma eletto miglior giocatore di Euro 2020. Il grande favorito, però, rimane sempre Lionel Messi in quota 1,47, soprattutto dopo il successo in Copa America con la sua Argentina.

Le parole del centrocampista

Jorginho, nel corso di un’intervista al canale brasiliano Sport TV, si è soffermato anche della possibilità che possa vincere il Pallone d’oro visto il suo successo con l’Italia in questo Europeo e in Champions League con il Chelsea: “Viviamo per i sogni. Ma sarò abbastanza onesto: dipende dai criteri che portano ad assegnarlo. Se parliamo di talento, sono consapevole di non essere il migliore al mondo. Se invece si sceglie in base ai titoli, be’, nessuno ha vinto più di me in questa stagione. Come mi confronterò con MessiCristiano Ronaldo o Neymar? Loro hanno caratteristiche completamente diverse dalle mie, ma ripeto, dipende dai criteri”.

 

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Alessandro Pirozzi
Alessandro Pirozzi
Mi presento: mi chiamo Alessandro Pirozzi, sono nato a Napoli ed ho 23 anni. Sono iscritto all'albo dei giornalisti dal 2019 ed amo profondamente la comunicazione, specie quella digitale. Dopo essermi diplomato in un istituto alberghiero, ho iniziato a 18 anni il mio percorso lavorativo con InterNapoli.it nel 2016, collaborando anche in qualità di freelancer con diverse testate digitali come Blasting News. Ho scritto per 'Cronache di Spogliatoio', giornale sportivo online, e per la testata locale AbbiAbbè.it.
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