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giovedì, Aprile 18, 2024
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Tentato omicidio nel capannone, si costituisce il quarto indagato di Napoli

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Lo scorso 20 agosto Vincenzo Bronzino si è costituito nel carcere di Larino. Il 33enne è destinatario di ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta di questa Procura della Repubblica, poiché ritenuto responsabile dei reati di “tentato omicidio in concorso. Nonché di “tentata estorsione aggravata dall’uso di arma bianca e dal numero di persone.

Il provvedimento scaturisce da un’attività d’indagine investigativa diretta della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, svolta, a partire dal 19 luglio, dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile – Sezione Operativa della Compagnia di Marcianise.  Indagini che permettevano di individuare e documentare le condotte di 4 persone. Tutte ritenute responsabili in concorso dei reati sopra citati.

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IL TENTATO OMICIDIO DI BRONZINO

Le indagini partite dal tentato omicidio ai danni di Vincenzo Bronzino, classe ’78, condotto lo scorso 19 luglio in un capannone di un’azienda situato nella zona ASI di Marcianise. Immediato il trasferimento al pronto soccorso dell’ospedale di Marcianise dove la vittima arrivava in gravissime condizioni in seguito alle ferite di arma da taglio. Quindi subito venivano attivate le indagini condotte dai carabinieri della Compagnia di Marcianise. Acquisiti gravi indizi di reità nei confronti dei presunti autori, persone sottoposte già a fermo di polizia giudiziaria del 20 luglio.

Fermati Antonio Bronzino, nato a Ercolano nel 1952, Mario La Monica, nato a Cercola nel 1978 ed Giuseppe Esposito, nato a Pompei nel classe 1987. Il quarto co-indagato, Vincenzo Bronzino, nato a Napoli nel 1988, si rendeva invece immediatamente irreperibile, costituendosi lo scorso venerdì.

A seguito dell’udienza di convalida il gip disponeva la misura cautelare in carcere nei confronti degli indagati, sottoposti a fermo. Misura, poi, confermata dal Tribunale per il riesame. Gli indagati, fermo restando la presunzione di innocenza fino a sentenza passata in giudicato, sono tutti attualmente detenuti.

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