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venerdì, Marzo 29, 2024
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“A Napoli si parla più di traffico che di camorra”, il grido d’allarme di Melillo

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E’ un vero e proprio grido d’allarme quello lanciato dal procuratore capo di Napoli Melillo durante la conferenza stampa riguardante il blitz che ha sgominato il clan Sibillo. Per Melillo in città c’è poca attenzione sulla questione camorra. “Questa vicenda, infatti, è emblematica in una città dove la camorra è bandita dal dibattito pubblico e il problema principale siano il traffico e gli assembramenti. E non i cartelli mafiosi dell’Alleanza di Secondigliano e il cartello dei Mazzarella” – ha dichiarato Melillo. “Il primo gruppo controlla ogni genere di attività illegali droga, truffe anziani e assicurativo, mercato immobiliare, sistema commerciale controllato direttamente e indirettamente. Si parte dai Contini-Licciardi-Mallardo e si arriva a gruppi satelliti. La pericolosità dell’Alleanza di Secondigliano è stata sottovalutata”.

L’allarme di Melillo

Le parole durante la conferenza stampa: “A Napoli la camorra ha il controllo ossessivo del territorio, non si parla dell’Alleanza di Secondigliano eppure controlla tutti gli affari illeciti ma in tv e nei media non c’è accenno di questo cartello criminale. Siamo in prefenza di un sistema raffinato che controlla la città, la potenza dell’Alleanza di Secondigliano è stata sottovalutata. I grandi cartelli sono oramai costellazioni di imprese”. 

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Commercianti costretti ad incinarsi alla camorra

Gli estorsori del clan della camorra costringevano i commercianti ad inchinarsi davanti all’altarino di Emanuele Sibillo. All’alba è scattato un blitz dei carabinieri di Napoli, coordinato dalla DDA, che ha portato all’arresto di 21 persone ritenute affiliate al gruppo camorristico del ‘baby boss’ defunto che quando venne ucciso non aveva ancora compiuto vent’anni. I carabinieri rimuovono, quindi, i “simboli della venerazione” disseminati lungo i Decumani di Napoli dopo l’omicidio del ‘baby boss’ Emanuele Sibillo. Il baby boss ucciso in un agguato nell’estate 2015 durante una guerra di camorra a colpi di arma da fuoco con la famiglia Buonerba.

Tensione con le forze dell’ordine

Momenti di tensione, subito sedati dalle forze dell’ordine, quando uno della famiglia Sibillo si è opponeva dicendo che quella era una proprietà privata. Nei Decumani sono perfettamente visibili, sui muri, le scritte inneggianti il clan di camorra e il simbolo del ‘baby boss’ ucciso, “ES17”. Una si trova proprio nella via che porta all’ingresso del palazzo, raffigurante una pistola con la scritta “Sibillo Regna”.

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Antonio Mangione
Antonio Mangionehttp://www.internapoli.it
Giornalista pubblicita iscritto dalll'ottobre 2010 all'albo dei Pubblicisti, ho iniziato questo lavoro nel 2008 scrivendo con testate locali come AbbiAbbè e InterNapoli.it. Poi sono stato corrispondente e redattore per 4 anni per il quotidiano Cronache di Napoli dove mi sono occupato di cronaca, attualità e politica fino al 2014. Poi ho collaborato con testate sportive come PerSempreNapoli.it e diverse testate televisive. Dal 2014 sono caporedattore della testata giornalistica InterNapoli.it e collaboro con il quotidiamo Il Roma
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