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mercoledì, Aprile 24, 2024
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Truffa tamponi, indagato medico 118: si era candidato a sindaco in provincia di Napoli

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Figura anche un medico del 118, consigliere comunale a Quarto, tra i destinatari dei decreti di perquisizione emessi dalla Procura di Napoli (pm Maria Di Mauro, procuratore aggiunto Giuseppe Lucantonio) e notificati dal Nas nell’ambito dell’indagine sulla «truffa dei tamponi». Si tratta di Davide Secone, 39 anni, figlio di un ex sindaco di Quarto, nei confronti del quale la Procura di Napoli ipotizza i reati di associazione a delinquere finalizzata alla truffa.

I militari dell’Arma, come riportato da Il Mattino, hanno perquisito l’abitazione, gli uffici e lo studio medico di Secone. Candidato sindaco alle ultime amministrative di Quarto. Disposto il sequestro probatorio di computer e cellulare. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, un’organizzazione effettuava illecitamente tamponi naso-faringei a domicilio, attività sponsorizzata su un sito internet insieme con i test sierologici. Tra gli indiziati figurano personale sanitario – alcuni convenzionati con il Servizio Sanitario Regionale – collaboratori di una società del settore dispositivi medici, e faccendieri vari. Infine, il numero maggiore di decreti di perquisizione, ben cinque, riguardano un imprenditore di 55 anni.
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Credendo di essere «negativo» al Sars-Cov-2 si è recato al lavorare in pizzeria trasformandosi in un possibile veicolo di contagio: è emerso anche questo dall’inchiesta del Nas e della Procura di Napoli sulla truffa dei falsi tamponi naso-faringei illecitamente pubblicizzati sul web e praticati a domicilio, senza alcuna autorizzazione di carattere amministrativo e sanitario, quindi senza offrire la garanzia di un esatto risultato delle analisi.

Secondo gli inquirenti l’esito inesatto degli tamponi avrebbe favorito la diffusione del coronavirus. Sebbene per ora è ipotizzato il reato di associazione a delinquere finalizzata alla truffa. Ma non si esclude che presto a questo reato si possa aggiungere anche quello di epidemia dolosa.
Il pizzaiolo per tenersi sotto controllo si era sottoposto al tampone proprio presso l’organizzazione «illecita» individuata dagli investigatori del Nas. L’uomo, che era risultato negativo alle analisi, si è recato regolarmente al lavoro per poi scoprire che invece era stato contagiato dal virus Sars-Cov-2 e ieri il Nas si è recato nella pizzeria per eseguire una serie di controlli.
Intanto oggi è partita l’analisi del materiale sequestrato (documentazione, fascicoli, apparecchiature sanitarie, computer e telefoni cellulari), durante le perquisizioni. Complessivamente i carabinieri del Nas hanno eseguito 17 decreti mentre sono al momento 12 le persone fisiche indagate.

 

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