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sabato, Giugno 28, 2025
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Truffe agli anziani in tutta Italia, 29 arresti all’alba: la base operativa era a Napoli

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Le truffe avvenivano in tutta Italia, ma la base logistica e operativa si trovava a Napoli. I carabinieri hanno così ricostruito l’organigramma di una grossa organizzazione specializzata nei raggiri con la tecnica del “finto maresciallo”.

Stamattina è partito il blitz dell’Arma per l’esecuzione di 29 misure cautelari, emesse dal Tribunale di Genova. Destinatari sono i presunti vertici e gregari del gruppo criminale. Diversi degli indagati sono stati localizzati tra le province di Napoli, Caserta e Torino.

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Truffe agli anziani in tutta Italia, 29 arresti all’alba: la base operativa era a Napoli

I truffatori, hanno ricostruito i militari, usavano la tecnica del “finto maresciallo”. La vittima, scelta solitamente tra persone sole e anziane, viene contattata da un sedicente appartenente alle forze dell’ordine che raccontando una storia totalmente inventata, le dice che un familiare è stato arrestato per avere provocato un incidente con feriti gravi e che, per farlo uscire dal carcere, è necessario consegnare contanti e gioielli ad un avvocato che si occuperà delle pratiche. Naturalmente anche il legale è finto: si tratta di un altro complice (o dello stesso “maresciallo) che si presenta in casa per ritirare contanti e preziosi.

Insomma, il copione è sempre lo stesso, marcato e rimarcato. Ma com’era composta l’organizzazione criminale e in che modo mettevano in atto le varie truffe? Al capo della banda vi era una coppia, composta da Alberto Macor e Marica Mastroianni, noti rispettivamente con i nickname di “O Mast” e “la Boss”, già noti alle forze dell’ordine anche per reati specifici, i quali decidevano la zona da colpire, individuavano B&B dove far soggiornare i “trasfertisti”, che partivano da Napoli già nel pomeriggio/sera della domenica per poi rimanere fuori città generalmente fino al sabato.

L’organizzazione criminali e la messa in atto della truffa, passaggio per passaggio

I Carabinieri hanno verificato che, per gli spostamenti, oltre a treni e taxi, i trasfertisti hanno spesso utilizzato autovetture prese a noleggio da agenzie compiacenti dislocate nel napoletano. Il collegamento tra i “telefonisti” che chiamano da Napoli ed i “trasfertisti” avviene attraverso telefoni cellulari dedicati di vecchia generazione, con utenze intestate a cittadini extracomunitari irreperibili, oppure utilizzando smartphone in abbinamento ad utenze intestate a “teste di legno”, comunicando solo mediante social network e chat varie.

La truffa iniziava con “chiamate filtro”, ovvero telefonate di brevissima durata ad utenze fisse della località, che i promotori decidevano di prendere di mira per quella giornata. Tali telefonate, effettuate solitamente da due membri dell’organizzazione, tali De Filippo Vittorio e Fabiano Gabriele, avevano l’unico scopo di individuare preventivamente le utenze in uso ad anziani o quelle ancora attive tra le innumerevoli utenze a disposizione. Queste telefonate sono di brevissima durata, il tempo necessario al truffatore per capire se la voce appartenga ad una persona anziana.

Fatta questa scrematura tra le innumerevoli utenze prese come bersaglio, viene valutato se sia opportuno proseguire nell’esecuzione della truffa, dando il numero ad uno dei due promotori che gestiscono la fase successiva fingendosi Maresciallo dei Carabinieri ed Avvocato. Un ulteriore complice fa da connettore tra i “telefonisti” ed il “trasfertista” che già si trova nelle città/paesi scelti quali obiettivi.

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Nicola Avolio
Nicola Avolio
Giornalista pubblicista, mi sono avvicinato per la prima volta alla professione iniziando a collaborare con la testata "La Bussola TV", dal 2019 al 2021. Iscritto all'albo dei pubblicisti da giugno 2022, ho in seguito iniziato la mia collaborazione presso la testata "InterNapoli.it", e per la quale scrivo tuttora. Scrivo anche per il quotidiano locale "AbbiAbbè" e mi occupo prevalentemente di cronaca, cronaca locale e sport.
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