Pagarono con la vita l’essersi ‘girati’ e passati con gli scissionisti. Questa mattina i carabinieri del Comando del Nucleo Investigativo di Napoli hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di quattro persone gravemente indiziate dei reati di omicidio di Antonio Pastella e di Salvatore Vigna nonché di detenzione e porto di armi aggravati dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare il clan Orlando, operante nel territorio di Marano. In particolare, gli omicidi sono avvenuti a Marano, rispettivamente il 12 marzo 2015 e 12 maggio 2015.
Il provvedimento eseguito è una misura cautelare disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e, quindi, presunte innocenti fino a sentenza definitiva. A parlare per primo di quei delitti è stato il collaboratore di giustizia Teodoro Giannuzzi: “Il giorno successivo alla riunione in provincia di Caserta – racconta il pentito – Giovanni Raniello mi fece una rivelazione. Visto che ora stai con noi e sei un nostro affiliato, mi disse, devi sapere che i due morti di Marano sono stati opera dei Carrisiani (gruppo Orlando, ndr), che hanno ucciso Antonio Pastella e Salvatore per fare un favore a Giuseppe Simioli. Questo evento aveva determinato la fusione tra i due gruppi“. Antonio Pastella e Salvatore Vigna furono uccisi, a distanza di poche settimane, nel cuore di Marano: Pastella all’esterno di un bar del corso Europa, Vigna tra via Casaggiarrusso e via Corree di sopra. Tra gli indagati figurano Antonio Orlando ‘mazzolino’, Angelo Orlando ‘o malomm, Vincenzo Polverino e Armando Lubrano. Indagati a piede libero Carlo Nappi, Vincenzo Polverino, Giuseppe Ruggiero e Giuseppe Simioli.