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domenica, Maggio 19, 2024
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Ucciso per un tatuaggio a Lavezzi, Napoli ricorda Gianluca Cimminiello

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La città di Napoli ha ricordato Gianluca Cimminiello, 31enne vittima innocente della camorra, nel decennale della sua uccisione. La manifestazione si è svolta nell’Istituto comprensivo ‘Sauro-Errico-Pascoli’ a Secondigliano; qui l’artista Maria Cammarota ha realizzato un’opera ricavata da un tronco d’albero morto che è così tornato a nuova vita. Alla manifestazione, tra gli altri, hanno partecipato il presidente di Libera, don Luigi Ciotti, il sindaco, Luigi de Magistris, e la sorella di Gianluca, Susy Cimminiello.

«Questo albero – ha detto Susy – è stato troncato perché era diventato ingombrante, dava fastidio così come forse Gianluca che è stato ucciso perché ha dato fastidio a qualcuno ma nonostante la morte restano e quelle radici siamo noi la sua famiglia, i suoi amici. Una morte non porta mai del bello ma ciò che noi possiamo e dobbiamo è provare a ricostruire percorsi diversi attorno a quelle radici per raccontare ai giovani cosa è successo».

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Due anni fa la stessa scuola ha intitolato la palestra alla memoria di Gianluca. «Essere qui oggi è importante perché non si deve dimenticare la morte innocente di un ragazzo della nostra terra pieno di vita, di passioni che voleva una vita normale – ha detto de Magistris – ma siamo qui per stare vicino a Susy che in questi anni si è tanto impegnata per la giustizia e la verità sui fatti che hanno portato tragicamente al barbaro omicidio di Gianluca. Una verità cercata in modo ostinato con il sostegno di tanti. Napoli – ha proseguito – è una città che si è schierata contro la camorra. Questa amministrazione e questa città hanno scelto la non violenza e l’impegno contro la camorra e per il riscatto dei territori con tante associazioni e cittadini che ogni giorno si impegnano per liberare le nostre terre dal crimine e dalla sua forma più insidiosa che è il crimine organizzato».

Gianluca fu ucciso il 2 febbraio 2010 da un commando di camorra solo per essere riuscito a scattare una foto con il suo idolo, il calciatore Ezequiel Lavezzi, allora attaccante del Napoli. Una foto che suscitò l’invidia di molti fino a diventare la sua condanna a morte. Per l’omicidio di Cimminiello, la Corte di Assise del Tribunale di Napoli ha condannato nel 2018 all’ergastolo due uomini legati al clan degli scissionisti. «Le idee di Gianluca – ha concluso il dirigente scolastico, Piero De Luca – continueranno a camminare sulle gambe di tutti».

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