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venerdì, Marzo 29, 2024
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Omicidio volontario, il papà di Ugo Russo chiede giustizia: “Finalmente si arriva al processo”

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Si sono concluse le indagini sul carabiniere che la notte tra il 29 febbraio e il primo marzo 2020, nel borgo Santa Lucia di Napoli, ha sparato – uccidendolo – al giovanissimo rapinatore 15enne Ugo Russo, morto sul colpo. Il militare dell’arma venne sorpreso da Ugo, che impugnava una pistola poi rivelatasi una replica di quelle vere, mentre era in auto con la fidanzata. Insieme con un complice aveva “puntato” l’orologio del militare che ha reagito sparando.

Secondo quanto emerso dalla perizia balistica il militare avrebbe esploso prima due colpi (uno dei quali ha raggiunto la vittima alla spalla) e, dopo una pausa, altri due, tra cui quello fatale al capo. Ugo rimase a terra, esanime mentre il complice riuscì a scappare. Il carabiniere, difeso dagli avvocati Enrico Capone e Mattia Floccher, in servizio in una località del Nord Italia, rischia ora un processo per omicidio volontario che si annuncia quasi esclusivamente tecnico. I legali del carabiniere, attraverso la perizia di due esperti che hanno passato al setaccio le risultanze della consulenza balistica, ritengono invece di essere giunti a conclusioni diametralmente opposte rispetto a quelle formulate dagli inquirenti.

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Nel corso di questi anni più volte i familiari di Ugo Russo hanno chiesto “verità e giustizia”, un’istanza avanzata anche da Zerocalcare.

Nei Quartieri Spagnoli di Napoli (dove il 15enne viveva con la sua famiglia) venne anche realizzato un murales per ricordare Ugo, la cui rimozione è stata sospesa in attesa dell’esito di un procedimento giudiziario.

Le parole del Comitato Verità e Giustizia per Ugo

“Omicidio volontario” con le aggravanti di aver approfittato delle circostanze di tempo e di luogo tali da ostacolare la difesa (art. 61 comma 1 n.5), dell’abuso di potere (art.61 comma 1 n.9) e di aver commesso il delitto ai danni di un minore (art. 61 comma 1 n. 11 Quinques). Con queste contestazioni formali si sono finalmente chiuse le indagini per la morte di Ugo Russo dopo due lunghi anni e otto mesi dalla maledetta notte in cui è stato ucciso a soli quindici anni!

Una lunga attività di indagine in cui confluiscono numerosi elementi, fra cui le immagini delle telecamere di sorveglianza e i risultati di molteplici perizie (dalla polizia scientifica all’analisi balistica e medica) alcune delle quali nella formula dell’incidente probatorio, aventi quindi già valore di prova costituita in ambito processuale. Dalle indagini emerge in particolare che ci sono state due fasi distinte nella sequenza dell’omicidio: secondo le perizie Ugo viene colpito una prima volta alla spalla vicino l’auto, poi scappa. C.B., un carabiniere fuori servizio, rimette in moto l’auto, la sposta in modo da rimettere il ragazzo in linea di tiro ed esplode altri colpi di pistola, tra cui quello mortale che colpisce Ugo alla testa quando ormai era vicino al motorino. Ugo Russo viene colpito mortalmente “mentre è in fuga” scrivono testualmente i pubblici ministeri applicati all’indagine.

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“Per la mia famiglia, per mia moglie e i miei altri figli, sono stati e sono anni difficilissimi. Abbiamo sopportato il dolore della perdita di Ugo insieme a pressioni e insulti di ogni tipo perché continuiamo a chiedere giustizia e verità. Abbiamo ricevuto anche tanta solidarietà da chi pensa che la giustizia deve valere per tutte e tutti. Nulla potrà restituirci Ugo, ma ora chiediamo che il processo arrivi presto. Abbiamo bisogno della completa verità” sono le prime parole di Enzo Russo.

Se questi due anni e otto mesi sono sembrati ancora più interminabili è sicuramente per la continua aggressione morale subita dalla famiglia di Ugo in molte forme. Una parte dei media e dell’opinione pubblica cittadina è sembrata molto più interessata alla permanente criminalizzazione di un ragazzo di quindici anni piuttosto che a comprendere cosa fosse effettivamente successo quella notte. A pochi è importato approfondire se ad Ugo fosse stata applicata una pena di morte senza processo, come sembrava indicare fin da subito il luogo del ritrovamento del suo corpo e il colpo alla nuca. Continueremo a fare informazione e mobilitarci sul processo ma auspichiamo finalmente una riflessione pubblica diversa che riguardi il futuro dei ragazzi dei quartieri popolari, ma anche sull’attitudine e sulla formazione delle persone a cui i corpi di sicurezza dello Stato mettono un’arma in mano.

(apprendiamo dai giornali che la persona imputata dell’omicidio volontario di Ugo sarebbe attualmente in servizio… Fermo restando che deve essere celebrato il processo ci lascia attoniti che una persona accusata di omicidio volontario non sia stata sospesa e sia autorizzata a restare in servizio e girare armata). .

Convochiamo per domani 3 novembre 2022 alle ore 12.00 in piazza Parrocchiella una conferenza stampa per prendere parola pubblicamente sulla chiusura delle indagini

Comitato Verità e Giustizia per Ugo

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