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giovedì, Aprile 25, 2024
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“Vicino la chiesa c’era la piazza di Divano”, i dettagli svelati dai pentiti

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Cesare Divano e il padre Francesco sono stati accusati aver gestito una piazza di spaccio a Pianura. Il dettaglio è emerso dall’ordinanza firmata dal gip del Tribunale di Napoli, Luca Rossetti, che ha colpito il clan Calone-Esposito-Marsicano in occasione del blitz dello scorso luglio. I Divano avrebbe comprato cocaina, hashish, marijuana dal loro gruppo d’apparenza per poi rivenderla autonomamente.

Secondo il collaboratore di giustizia, Salvatore Romano: “Rino Divano detto Rino o chiatt gestore di una piazza di spaccio a piazza San Giorgio“.

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Nei pressi della chiesa di San Giorgio c’è la piazza di cocaina di Rino Divano detto Rino o’ chiatto che si trova presso la sua abitazione ubicata in un vicoletto di fronte alla chiesa dove, appena entrati si trova una salita li sinistra, si sale una scala e ci sta la sua abitazione dove vende. L’attività è svolta da lui e dalla madre. Anche in questo caso la droga o l’acquista dal clan, e cioè prima da Salvatore Marfella e dopo il suo arresto dai F. V ed A.a i quali, o pagano una quota a titolo di tangente di circa 500 o 1000 a settimana, oppure prendono direttamente la droga che il clan fornisce loro ad un pezzo maggiorato“, queste le parole usate dall’altro pentito Raffaele Dello Iacolo.

L’AGGUATO CONTRO FRANCESCO DIVANO

Il 23 luglio 2021 Emanuele Marsicano avrebbe condotto un agguato contro Francesco Divano che, insieme al figlio Cesare, veniva individuato come altro gestore di piazza di spaccio sulla quale Carlo Esposito impose il pizzo sulla vendita della droga. Il mancato pagamento della tassa illecita avrebbe causato tensioni all’interno del clan di Pianura, poi, culminate in un sanguinoso raid armato.

Questa ipotesi sarebbe confermata dalle intercettazioni registrate dal telefonino di Esposito. Al momento dello sparo, che si sentirebbe in diretta, sarebbe possibile sentire la specifica attribuzione del ferimento da parte della vittima, Francesco Divano, a Emanuele Marsicano. Alcune conversazioni sono state carpite nella stanza dell’ospedale in cui Divano rimase ricoverato per più di un mese dopo l’agguato. Lì il padre di Rino avrebbe confidato ai familiari il nome di Marsicano individuandolo come esecutore materialmente dell’agguato.

LA CATTURA DI DIVANO

Ieri gli agenti della Squadra Mobile di Napoli hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di Cesare Divano nato a Napoli il 30 novembre 1990.

In quanto ritenuto gravemente indiziato dei reati di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e di detenzione finalizzata alla vendita di droga, aggravati dal metodo mafioso e dal fine di agevolare le attività dell’organizzazione camorristica Calone-Esposito-Marsicano in contrapposizione, nella zona di Pianura, al gruppo criminale riconducibile ad Antonio Carillo.

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.
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