15.6 C
Napoli
giovedì, Aprile 18, 2024
PUBBLICITÀ

[Video]. Napoli. Abusato dal prete, Arturo non si ferma: “La Chiesa lo cacci, intervenga il Papa”

PUBBLICITÀ

«Quando subisci un abuso sessuale, oltre alla sofferenza devi fare i conti anche con il senso di colpa per non aver capito subito la situazione. È capitato anche a me. Solo dopo anni ho avuto la forza di denunciare, cosa che consiglio a tutti le vittime. Ma non è stato facile»Non potrebbe essere più esaustivo nell’esternare a InterNapoli.it il proprio stato d’animo Arturo Borrelli, il 46enne di Ponticelli abusato da don Don Silverio Mura, il parroco riconosciuto colpevole in sede civile dopo la sentenza di primo grado emessa dal Tribunale di Napoli il 28 ottobre. Arturo dovrà essere risarcito anche con una somma pari a circa 320.000 euro. Non solo, ad essere condannato anche il Ministero dell’Istruzione, università e ricerca (Miur). «Ora voglio andare avanti fino a quando don Silverio non sarà cacciato dalla chiesa. Faccio un appello a Papa Francesco e anche al cardinale di Napoli perchè si intervenga con forza».

Don Silverio secondo quanto emerso dalle indagini, dopo essersi macchiato di reati sessuali verso alcuni ragazzini, Arturo compreso, ha cercato ospitalità presso una congregazione della città di Pavia fornendo un nome falso, don Silverio Aversano.  Per tale motivo anche il tribunale della città lombarda ha messo sotto processo il prete.

PUBBLICITÀ

La storia

Arturo Borrelli all’epoca dei fatti, siamo nel 1988, è uno studente frequentante una scuola media del suo quartiere, Ponticelli. Il suo professore di religione è don Silverio Mura, quello che poi abuserà di lui. «Con la scusa di aiutarmi con i compiti mi invitò a casa sua – rievoca il terribile passato Arturo – purtroppo mi sono lasciato convincere. Ed è proprio a casa sua a Ponticelli che si sono consumati gli abusi. Baci, carezze sino ad arrivare ad atti sessuali veri e propri. Io non ero conscio di quanto succedeva, ero troppo piccolo per capirlo». Le pratiche si ripetono per ben 4 anni, sino al 1992, quando Arturo inizia ad avere dei dubbi e cerca di allontanare il prete dalla sua vita. Ma soltanto molto dopo, tra la fine del 2009 e gli inizi del 2010, avrà la forza di denunciarlo dopo aver esternato tutto il suo dolore. I dettagli sono spiegati nell’intervista video concessa da Arturo ad alcuni media, tra cui InterNapoli.it.

Don Silverio amico di famiglia

Don Silverio viene considerato un amico dai familiari di Arturo, così vicino tanto da officiare sia le sue nozze che quelle di suo fratello. Borrelli racconta: «La mia famiglia era talmente legata a lui che mi madre andava a posta da Ponticelli a Pollena Trocchia per ascoltare la sua messa», senza evidentemente avere il minimo sentore di quanto successo. Ma, è proprio il caso di dirlo, il diavolo ci mette la coda. «Don Silverio è stato anche il parroco del mio matrimonio, quando ho convolato a nozze. Avevo soltanto 19 anni e anche una giornata che doveva essere la più bella della mia vita mi è stata rovinata. Sono stato male tutto il tempo, non volevo vederlo». Una terribile beffa, replicata con le nozze di uno dei fratelli di Arturo anche in quel caso celebrate da don Silverio.

La vita fuori Napoli, la denuncia e la condanna

Arturo si trasferisce per un periodo a Brescia per lavorare come guardia giurata. Il passato sembra lontano, ma in realtà i fantasmi di quel quadriennio terribile non gli hanno mai dato tregua. A maggior ragione dopo il rientro a Napoli, nonostante la gioia di essere diventato nel frattempo papà (purtroppo perderà in modo tragico uno dei suoi 3 figli). «Sono andato in cura dallo psicologo e dallo psichiatra, tuttora sono in terapia. Passati tanti anni in cui ho cercato di dimenticare grazie all’aiuto dei medici, tra la fine del 2009 e l’inizio del 2010 ho finalmente trovato la forza per raccontare cosa mi fosse capitato e denunciare. Ho avuto uno svenimento, crisi di panico e attacchi d’ansia. Per questo ho deciso di raccontare la mia vicenda. Mi sono sentito liberato, posso contare sulla vicinanza della mia famiglia, degli avvocati e dei medici ma i segni li porto ancora con me».

Dopo quella decisione Arturo Borrelli decide di svelare tutto quanto parlando anche con i giornalisti. Cerca anche di far confessare don Silverio davanti alle telecamere. Il prete nega, resta in silenzio. L’unica via di uscita, sono le indagini della magistratura e delle forze dell’ordine. Finalmente, dopo oltre 10 anni, il 28 ottobre 2021 arriva la condanna in primo grado nei confronti di don Silverio da parte del Tribunale di Napoli.

La battaglia continua, l’appello al Papa e l’incontro con il cardinale

«La condanna e il risarcimento sono state una liberazione, ma non mi fermo certo qui» commenta Arturo prefissandosi un altro obiettivo: «Io non mi sarò contento fin quando don Silverio Mura non sarà cacciato dall’Ordine sacerdotale. Ancora oggi continua ad essere un prete, ma per quanto ha fatto a me ed altri ragazzi non ha il diritto di farlo. Bisogna prendere provvedimenti e se succedesse ancora?». Arturo è così determinato da voler chiedere «a Papa Francesco di intervenire. Andrò a Roma, al Vaticano. Anni fa già mi sono incatenato lì. Sono pronto a farlo di nuovo. Io andrò avanti». La ricerca del conforto da parte della chiesa risale nel tempo. Arturo scrisse una lettera all’allora cardinale di Napoli Crescenzio Sepe  paventando, come atto provocatorio, l’idea del suicidio con la pistola d’ordinanza utilizzata per svolgere il lavoro di guardia giurata se anche la chiesa di Napoli non si fosse schierata per lo stop al sacerdozio di don Silverio Mura. La segnalazione di quella lettera arrivò al Prefetto di Napoli e il porto d’armi di Arturo venne revocato. Da allora è senza lavoro e deve provvedere ad accudire moglie e figli. «Devo lavorare, non posso rimanere disoccupato» dice. Il 16 novembre, intanto, incontrerà il nuovo arcivescovo di Napoli Don Mimmo Battaglia. «Lui mi ha subito risposto quando gli ho scritto. Sarà un piacere incontrarlo in udienza, spero però in un intervento, come dicevo, del Papa».

L’assoluzione del Tribunale ecclesiale e l’offerta della Curia di Napoli

Se il Tribunale in sede civile ha pochi giorni fa condannato in primo grado don Silverio, nel 2009 il Tribunale ecclesiale di Milano aveva assolto lo stesso parroco. Anche la Curia di Napoli, secondo quanto detto dall’avvocato difensore di Arturo Borrelli, Carlo Grezio – anche lui intervistato in video da InterNapoli.it – ha cercato di chiudere in fretta questa brutta vicenda e togliersi dagli imbarazzi. Il legale afferma: «Arturo ha ricevuto una proposta miserevole, offensiva che ha causato sofferenza sia a lui che alla sua famiglia». A cosa si riferisce l’avvocato Grezio? «Un incaricato della Curia si presentò alla porta della casa di Arturo offrendogli la somma di 250 euro dicendo: “Con questa somma il cardinale considera chiusa la vicenda”». Sull’auspicio di Arturo Borrelli rispetto all’interruzione del sacerdozio di don Silverio Mura, l’avvocato Carlo Grezio è chiaro: «Noi non abbiamo questo potere, lo deve fare la Chiesa. Secondo me, però, la Chiesa anche per proteggere la sua immagine non farà nulla di tutto questo prima della fine del terzo grado di giudizio. La Chiesa tende a ritardare quanto più è possibile l’ammissione delle sue colpe dei suoi sacerdoti. Sono sicuro che don Silverio Mura – aggiunge l’avvocato – farà ricorso in Appello non accettando la sentenza di primo grado continuando a difendersi». Don Silverio dov’è adesso? «Non lo sappiamo» risponde il legale Carlo Grezio.

L’invito a denunciare

Arturo deve continuare la terapia al centro di Igiene Mentale del distretto di Ponticelli dell’Asl Napoli 1 Centro: ogni 15 giorni è a colloquio con lo psicologo, ogni 3 mesi con lo psicoterapeuta. «Quando subisci un abuso sessuale, oltre alla sofferenza devi fare i conti anche con il senso di colpa per non aver capito subito la situazione. In realtà quando ho avuto la forza di denunciare, ho capito che tutti noi vittime di abusi sessuali non abbiamo nulla di cui vergognarsi. Lo devono fare quelli che certe cose le hanno commesse. So che no è facile, l’ho vissuto sulla mia pelle ma l’unica cosa che dico a chi si è trovato nella mia stessa condizione è quella di rendere pubblica la propria storia e denunciare. Si tratta della soluzione migliore. Io non sono ancora uscito emotivamente da questa brutta storia, ma non mi fermo e voglio riprendermi del tutto la mia vita». 

 

PUBBLICITÀ

RESTA AGGIORNATO, VISITA IL NOSTRO SITO INTERNAPOLI.IT O SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.

Antonio Sabbatino
Antonio Sabbatino
Iscritto all'Albo dei pubblicisti dall'ottobre 2012, ho sviluppato nel corso degli anni diverse competenze frutto dell’esperienza sul campo in ambito politico, sociale e di cronaca, sia bianca che nera. Sono stato conduttore radiofonico di programmi musicali presso Radioattiva, radio web napoletana e redattore e collaboratore di diverse testate online. Attualmente sono inviato per il quotidiano Roma, il più antico giornale napoletano, di InterNapoli.it che rappresenta una delle realtà più dinamiche del panorama giornalistico napoletano, campano, la neonata testata Tell che approfondisce i grandi temi politico-sociali a più livelli e Comunicare il Sociale rivista specializzata di Terzo Settore.
PUBBLICITÀ

Ultime Notizie

Fa retromarcia con l’auto e investe il figlio, Matteo muore a un anno e mezzo

Una vera e propria tragedia quella che si è consumata a Dosson, frazione del comune di Casier, in provincia...

Nella stessa categoria