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domenica, Aprile 28, 2024
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“Vieni dalla spiaggia libera, in bagno non ci puoi andare”, gestore di un noto lido di Bacoli finisce nei guai

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A poche settimane dalle polemiche – a Napoli così come in tutta Italia – per i divieti ingiustificati da parte dei gestori dei lidi di introdurre cibi e bevande all’interno di questi ultimi (emblematico, l’evento avvenuto circa due settimane fa a Lucrino presso un noto stabilimento balneare del posto), un altro episodio che ha decisamente del singolare e che sta facendo storcere il naso a tutti.

“Non puoi usare il bagno perché vieni dalla spiaggia libera”, l’assurdo caso a Bacoli

Questa volta siamo a Bacoli: qui il gestore di uno stabilimento balneare del posto ha vietato a una donna di utilizzare i servizi igienici solo perché proveniva dalla spiaggia libera e non aveva pagato, quindi, i servizi dello stabilimento. Per questo motivo, dunque, il gestore in questione è stato denunciato.

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A rendere noto l’episodio, il sindaco di Bacoli Josi Gerardo Della Ragione, che attraverso un post sul suo profilo Facebook ha così scritto:

“Abbiamo provveduto a denunciare un lido balneare di Bacoli che si è rifiutato di far utilizzare i propri bagni, ad una donna. Motivo? “Lei viene dalla spiaggia libera. E qui non può entrare”. Una roba allucinante, che infanga il buon nome della nostra città. E, peggio ancora, infanga molti altri concessionari di arenile che, invece, nella nostra città, rispettano le più basilari regole di civiltà. Intollerabile. La donna ha potuto accedere ai servizi igienici del lido, solo quando stava per sentirsi male. Una sorta di pietà. Una sorta di regalo fatto al popolo, dal padrone di turno. Squallore puro. C‘è ancora, purtroppo, chi crede che gestire un bene pubblico significhi diventarne proprietario. Nella diffida, abbiamo specificato che una nuova violazione dei più basilari diritti dei bagnanti, sarà punita con la revoca della concessione demaniale. Immediatamente. Una nuova battaglia, che segue quella avviata la scorsa estate contro chi, a Miliscola, vietava l’ingresso in spiaggia di omogenizzati e bottiglie d’acqua. Come se si fosse in un club privato. Dovete togliervelo dalla testa. I proprietari della sabbia e del mare, siamo tutti. Sono patrimonio della collettività. Senza cancelli, senza catene, senza recinzioni. Senza abusi edilizi, senza oscenità. E senza assurdi divieti. Le attività commerciali in spiaggia sono esercizi pubblici. Ed i servizi igienici devono essere aperti a tutti. È uno dei requisiti essenziali. Tutti hanno diritto a fruirne. Ringrazio i cittadini che hanno denunciato questo fatto gravissimo. Insieme, difenderemo la nostra terra da chi pensa di esserne proprietario. Un passo alla volta”.

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