Il tempo, alla fine, è galantuomo. O, almeno, quasi sempre. Lo è per i familiari delle vittime innocenti della criminalità organizzata campana. Certamente, lo è per quelle persone, parenti stretti o amici, che non hanno mai avuto giustizia per le loro perdite, in tutti questi anni. Il tempo è galantuomo, soprattutto se ti offre il pentimenti di pezzi da novanta proprio di quella criminalità organizzata che si è portato via il tuo caro. Morto ammazzato, per niente. Questa è un’epoca fiorente per i pentiti di camorra. Ed è proprio grazie alle loro rivelazioni che i parenti delle vittime innocenti di camorra hanno chiesto la riapertura di ben 10 casi irrisolti. Tra i vari, quello Antonio Belardo, l’imprenditore ammazzato per aver denunciato gli usurai del clan. Oppure quello di Cesare Ferriero, ucciso per sbaglio a Sant’Antimo, al posto di Agostino Russo, cognato del boss Antonio Ruocco.
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