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Catania in C1, B a 20 squadre

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MILANO, 31 luglio 2003 – Dipende dai punti di vista: per i tifosi del Catania quella di oggi è molto di più di una Caporetto (poiché si è persa la “guerra” e non la battaglia), per i vertici dello sport è, invece, una vittoria limpida che respinge l’assalto della giustizia amministrativa pronta a riscrivere il campionato di B a colpi di sentenze. In ogni caso la telenovela Catania è arrivata al capolinea. Il k.o. per Gaucci e company è arrivato nel tardo pomeriggio quando il Consiglio di giustizia amministrativa della Sicilia ha accolto il ricorso della Federcalcio contro l’ordinanza del Tar di Catania che imponeva l’iscrizione della formazione rossoazzurra nella serie cadetta.
I giudici del Consiglio di giustizia amministrativa di Palermo non sono entrati nel merito delle ordinanze cautelari, che sono state annullate infatti per un vizio di forma. I magistrati, nell’ ordinanza, giudicano “irrituali i ricorsi depositati nella segreteria del Tar di Catania e notificati alla controparte soltanto successivamente, dopo l’ adozione delle misure cautelari provvisorie”. “Tale modalità di attivazione procedimentale – scrivono i giudici nell’ ordinanza – appare contrastante con la norma speciale del giudizio amministrativo, in forza della quale, ove venga richiesta la misura cautelare provvisoria, è necessaria la previa notifica alle controparti della contestuale domanda cautelare o della separata istanza rivolta al presidente”. Per questo i giudici “in sede giurisdizionale accolgono l’appello in epigrafe”. A dire il vero la giustizia amministrativa è arrivata in “ritardo” perché qualche ora prima Federcalcio, Lega e Coni avevano deciso che lo sport non poteva più attendere dando il via libera alla serie B a 20 e conseguente retrocessione in C1 per il Catania. Una mossa che aveva permesso alla Lega di comporre senza ritardi i calendari di A e B.
La decisione del Consiglio federale era arrivata anche sulla base dell”indirizzo espresso dalle società della lega nazionale professionisti nell’occasione delle riunioni del Consiglio di Lega e dell’assemblea generale di ieri, favorevoli alla rapida compilazione dei calendari sulla base del rispetto del regolamento che prevede il campionato di serie B a 20 squadre”. Per questo motivo la Figc aveva ritenuto necessario “tutelare l’indipendenza dell’ ordinamento sportivo”, dopo aver anche sentito il parere del presidente del Coni. La linea seguita è presto spiegata in una nota dove si legge che “considerato che le norme federali sull’ordinamento dei campionati non sono state né impugnate, né mai revocate e vanno quindi osservate tenuto conto dei risultati sportivi e delle pronunce della Caf inerenti le gare Catania-Siena del 12 aprile 2003 e Catania-Venezia del 17 maggio 2003, riconsiderata e revocata ogni altra precedente deliberazione incompatibile con la presente decisione ha deciso così di far retrocedere il Catania in serie C1”. In altre parole la Federcalcio considera inviolabile l’autonomia delle sentenze sportive e il format della B è deciso proprio sulla base dei provvedimenti presi dalla Caf.
Ma il Catania non si arrende. “I tifosi stiano sereni – ha detto il patron Riccardo Gaucci – la battaglia non è finita e continuerà ancora. I giudici non sono entrati nel merito dell’ordinanza ma hanno eccepito un difetto di procedura nella notifica di un provvedimento. Per questo già da domani presenteremo un nuovo ricorso al Tar di Catania e tutto ricomincerà daccapo. Adesso faccio mie – ha osservato – le dichiarazioni di Dal Cin: voglio vedere quando saranno scritti i calendari del campionato di Serie B, secondo me non prima di settembre. Noi abbiamo ragione, lo abbiamo sempre dimostrato e trovo scandalosa la decisione della Federcalcio di varare i calendari senza aver atteso la decisione dei giudici di Palermo”. Non era certo questa però l’aspettativa dei 250 tifosi rossoblù che erano giunti a Roma proprio per scongiurare la retrocessione in C1. Una volta appresa la triste novità hanno inveito con contro Carraro, ma sono poi saliti senza incidenti su quattro autobus per recarsi alla stazione. Per loro il sogno di mezz’estate si è concluso nel peggiore dei modi.

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