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giovedì, Marzo 28, 2024
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Agostinelli processa la squadra

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Ore 16 di oggi: prima di andare in campo, ci sarà il faccia a faccia tra Agostinelli e gli azzurri. Dopo le porte chiuse dello stadio di Campobasso, ecco le porte chiuse dello spogliatoio del centro Paradiso: il Napoli si processa. Un faccia a faccia dovuto dopo le iniziali, poco esaltanti prestazioni della squadra; un faccia a faccia voluto anche dalla società dopo aver dato uno sguardo alla misera classifica, dopo aver visto una squadra senza una precisa identità.
«È vero che abbiamo fiducia nell’allenatore e nella squadra, come è vero che c’è tempo per recuperare posizioni in classifica, ma è altrettanto vero che non c’è molto tempo per trovare le soluzioni ai problemi», osserva, saggiamente, Giorgio Perinetti che, sùbito dopo, aggiunge: «Nessuno toccherà Agostinelli, ma se c’è qualcuno che ha qualcosa da dire è giusto che lo faccia adesso. È un nostro preciso dovere chiuderci nello spogliatoio ed uscirne dopo aver trovato la necessaria soluzione».
Parole chiare, parole che serviranno a cancellare tutti gli eventuali dubbi, polemiche, incomprensioni. Di chi si sente poco considerato; di chi ritiene che il Napoli stia giocando un calcio che non è il suo; di chi si sente utilizzato poco o male; di chi non è riuscito ancora a raccapezzarsi nei continui cambi tattici dell’allenatore, un allenatore che ha iniziato con il tridente in attacco e, poi, per scelte, per necessità e per situazioni contingenti, ha più volte cambiato. Il Napoli, comunque, non ha mai convinto al di là degli indubbi errori arbitrali (e stavolta non c’è stata una sollevazione popolare, come capitò nello scorso campionato, quando ad essere favorito fu il Napoli: gara con la Triestina al San Paolo e Nucini che concesse il penalty agli azzurri per un fallo su Stellone), c’è da risalire la classifica che è specchio anche del disagio tecnico-tattico della squadra.
«Dovranno essere pure i calciatori a darci qualche indicazione, qualche consiglio. Parliamo liberamente senza pregiudizi. La squadra è valida: perché i risultati non vengono?», si interroga Perinetti, invitando tutti ad una «pubblica» confessione.
Agostinelli, anche il giorno dopo l’ennesimo pareggio, anche dopo aver riflettuto su quanto è avvenuto a Campobasso, ribadisce che «facciamo poco movimento e non sfruttiamo gli spazi». Sono questi gli errori più gravi individuati dall’allenatore.
Adesso, il Napoli è atteso da una serie di incontri decisivi per il suo futuro. Naldi e tutta la tifoseria, già mortificati da tanti episodi capitati al Napoli in questo avvio di stagione, si aspettano la riscossa della squadra. Per evitare che l’ottobre diventi… rosso nel bilancio della classifica, occorrerà iniziare a fare risultato già, sabato sera, a Trieste. A seguire, nel mese, gli azzurri dovranno confrontarsi con Livorno, Treviso, Vicenza e Torino.
«Non cerco alibi, non è mia abitudine, ma non è facile giocare senza tifosi. Il solo pensiero che dovremo disputare altri quattro incontri senza spettatori sugli spalti mi rattrista – aggiunge Agostinelli -. Sembrerà assurdo, ma preferisco giocare fuori casa, almeno sugli spalti ci sono i tifosi avversari che ci ricordano che siamo in uno stadio. Punizione più severa (e immeritata, non mi stanco di ribadirlo) non avrebbero potuto darcela».
Il tecnico dovrà anche decidere con quale modulo schierare la squadra a Trieste. Rientrerà Olive dopo il turno di riposo? Impiegherà un trequartista alle spalle delle due punte, Dionigi e Savoldi?
«Nonostante qualche problema – conclude Agostinelli -, il Napoli avrebbe meritato di vincere contro l’Ascoli. Dominissini la pensa in modo opposto? Libero di farlo, ma nel secondo tempo abbiamo dominato. Nel prima parte della gara, evidentemente, abbiamo avvertito troppo il clima surreale che ci ha circondato».
(vittorio raio – Il Mattino)

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