Ha chiesto la conferma della condanna inflitta in primo grado, 30 anni, la Procura Generale di Napoli, per l’imputato Giovanni Rendina, uno dei rapinatori finiti sotto processo per l’omicidio, risalente al 6 dicembre 1986, del poliziotto Domenico Attianese, ucciso quasi 39 anni fa mentre tentava di sventare una rapina alla gioielleria Romanelli del quartiere Pianura.
La richiesta del sostituto procuratore generale è stata reiterata dall’avvocato Gianmario Siani, legale della moglie di Attianese e delle sue due figlie. La posizione di Rendina, a causa delle sue condizioni di salute, venne stralciata nel processo primo grado.
L’altra condanna per l’omicidio Attianese
Quel procedimento giudiziario, che vedeva imputato l’altro rapinatore accusato di quella tragica morte, Salvatore Allard, si è concluso il 23 luglio 2024 con la condanna a 30 anni di carcere. La sentenza della Corte di Appello di Napoli è attesa per il prossimo 3 dicembre.
“Come si dice sempre in questi casi e come è giusto ricordare ogni volta, il vero ergastolo è quello a cui siamo condannati noi familiari delle vittime“, ha detto Carla Attianese, figlia del poliziotto. “Detto questo, io e la mia famiglia non possiamo che esprimere soddisfazione per la richiesta della Procura di confermare la sentenza di primo grado. Come sempre, attendiamo con fiducia quello che sarà il pronunciamento della Corte di Appello“.


