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Aggrediscono gli inquilini nella casa popolare a Scampia, caccia ai responsabili

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L’aggressione subita dalla famiglia Lopresto a Scampia non è solo l’ennesimo fatto di cronaca nera che macchia la nostra città. È il sintomo di un cancro sociale che continua a divorare le nostre città: l’emergenza abitativa trasformata in guerra tra poveri.

Aggrediscono gli inquilini nella casa popolare a Scampia, caccia ai responsabili

Quanto accaduto ieri sera nel Rione Monterosa rappresenta l’epilogo brutale di un sistema al collasso. Una donna di 74 anni, cardiopatica e legittima assegnataria di un alloggio popolare, si è ritrovata faccia a faccia con cinque aggressori armati di flex e spranghe, determinati a impossessarsi con la forza della sua abitazione. Una violenza premeditata, organizzata, che ha mandato due persone in ospedale.

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Dietro questo episodio si nasconde il fallimento delle politiche abitative pubbliche. Le liste d’attesa infinite, la manutenzione inesistente, i controlli sporadici hanno creato un terreno fertile per l’illegalità. Le case popolari, concepite come strumento di giustizia sociale, sono diventate territorio di conquista dove vige la legge del più forte.

La risposta non può essere solo repressiva. Certo, gli autori di questa vile aggressione devono essere assicurati alla giustizia, ma sarebbe miope non vedere oltre. Servono investimenti massicci nell’edilizia pubblica, censimenti regolari, presidi permanenti nei quartieri a rischio. Serve una riforma strutturale che restituisca dignità all’abitare.

Il caso di Domenico Lopresto, segretario dell’Unione Inquilini, assume poi un valore simbolico inquietante. Chi difende il diritto alla casa diventa bersaglio della violenza. Un messaggio intimidatorio che colpisce chi, ogni giorno, si batte per la legalità in territori difficili.

Le istituzioni non possono limitarsi alla solidarietà formale. La politica deve assumersi la responsabilità di anni di abbandono delle periferie, di mancata programmazione, di gestione emergenziale del patrimonio abitativo pubblico. Scampia non è un caso isolato, ma lo specchio di un’Italia dove il diritto all’abitare è diventato privilegio per pochi o terreno di scontro tra disperati.

L’alternativa è continuare a fingere stupore di fronte alla cronaca, mentre la rabbia sociale cresce e trova sfogo nella violenza. Una serratura tagliata col flex non è solo un’effrazione: è il simbolo di un patto sociale che si è spezzato e che richiede un impegno straordinario per essere ricostruito.

Sul fatto stanno indagando i carabinieri della compagnia Napoli-Stella, per inquadrare la vicenda e mettersi sulle tracce dei responsabili della cruenta aggressione.

Orrore a Scampia, tentano di occupare una casa popolare e aggrediscono gli inquilini a sprangate

 

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