“Nessuno ha abusato di Diana“. Nega i sospetti degli inquirenti Alessia Pifferi, madre della piccola Diana morta di stenti a 18 mesi lo scorso luglio perché lasciata da sola nella sua casa nel quartiere milanese di Ponte Lambro per circa sette giorni. Un caso che ha sconvolto l’Italia per la crudeltà a cui la piccola è stata sottoposta. E dopo la sua tragica fine, altre ombre si allungano sulla breve vita della bambina: chi indaga sulla sua morte avanza infatti l’ipotesi che Diana potrebbe avere anche subito abusi sessuali da parte di uno degli uomini che frequentavano la casa.
Questa la terribile pista seguita dalle forze dell’ordine, partita da una chat privata tra Alessia Pifferi e un 56enne residente in provincia di Bergamo, indagato per corruzione di minorenne. “Voglio baciare anche Diana“: questa la frase che ha fatto scattare le indagini nei confronti dell’uomo, la cui abitazione è stata perquisita alla ricerca di materiale utile all’inchiesta. Il sospetto è che i due potrebbero aver coinvolto la bambina in pratiche sessuali. Ma, come riporta Adnkronos, Alessia Pifferi, nel corso dell’interrogatorio condotto dal pm di Milano Francesco De Tommasi, nega con forza l’accusa. Affermando di aver visto il 56enne solo per un pranzo, e nient’altro.
Diana morta di stenti a 18 mesi, la madre Alessia Pifferi: “Se dormivo con uomo mia figlia era sempre nell’altra stanza”
Per il momento, oltre alla chat, non ci sarebbero elementi utili ad alimentare i sospetti degli inquirenti. Diana, dunque, non sarebbe mai stata coinvolta nelle attività sessuali della mamma. La donna, in carcere dal giorno del decesso della figlia, è accusata di omicidio volontario. Dalle indagini effettuate sembrerebbe che Alessia Pifferi frequentasse diversi uomini anche in cambio di denaro o di regali. “Ma Diana era sempre nell’altra stanza”, assicura ancora la donna.
Dall’autopsia effettuata sul corpo della piccola, è stato accertato che la madre le dava dei tranquillanti per frenare le sue crisi di pianto.