11.8 C
Napoli
mercoledì, Aprile 24, 2024
PUBBLICITÀ

Appalto rifiuti truccato a Giugliano, così Briganti vuotò il sacco: “Pressioni da amministratori pubblici, ero un ostaggio…”

PUBBLICITÀ

Turbativa d’asta, frode nelle pubbliche forniture, falso ideologico commesso da pubblico ufficiale, corruzione in atti d’ufficio ed estorsione: queste le accuse a vario titolo mosse ai 14 indagati per l’appalto dei rifiuti del 2011 a Giugliano. Tra i destinatari dell’avviso di conclusione indagini c’è anche Rodolfo Briganti, 59enne marchigiano all’epoca amministratore della Senesi, società operante nel settore rifiuti. E’ stato lui, nel 2012, in un verbale di interrogatorio tenutosi presso il Tribunale di Napoli, innanzi al Sostituto Procuratore della Repubblica Dr. Lucio Giugliano, a confermare le irregolarità nell’affidamento di quell’appalto. Briganti, rispondendo alle domande dei magistrati, svelò in che modo fu alterato quel bando di gara e tirò in ballo alcuni soggetti che poi sono stati sottoposti come lui ad indagini. Al momento dell’interrogatorio Briganti già aveva ottenuto l’affidamento del servizio che gestiva da quasi un anno con la sua azienda Senesi. Le indagini sulla vicenda erano già aperte, infatti nei suoi confronti ci su una perquisizione da parte degli organi inquirenti. “Verso fine aprile o inizio maggio del 2011, io e ..omissis… fummo richiesti di un incontro da tale…omissis.., soggetto che fino ad allora non conoscevo.. i quali mi informarono che il Comune di Giugliano avrebbe di li a poco affidato con urgenza il servizio di raccolta dei rifiuti in quanto la precedente ditta aveva abbandonato il cantiere e mi proposero di presentare domanda. Feci presente che la mia società non aveva la forza sufficiente per assicurare il servizio, ma i due mi dissero che mi avrebbero aiutato con le proprie società. L’accordo tra di noi fu che in cambio della cifra di 50.000,00 euro mensili, avrebbero di fatto gestito il servizio autonomamente. Mi fu chiesto di partecipare con la mia società in quanto le loro società non avevano né i requisiti tecnici, né finanziari”.

La gara dei rifiuti truccata

Briganti ha fornito anche dettagli su come avvenne l’aggiudicazione della gara a Giugliano. “Ricevuta la prima lettera di invito, presentammo la domanda in ritardo, ma comunque eravamo certi di non poter essere aggiudicatari in quanto la Senesi non aveva nè il requisito finanziario richiesto dal capitolato d’appalto del 2009, richiamato dal Comune nella lettera d’invito, né l’iscrizione alla categoria 1 classe B parimenti richiesta dal bando. Non risultammo aggiudicatari dell’incarico e tra l’altro io mi disinteressai essendo certo di non poter risultare vincitore; ma subito dopo ci attivammo per richiedere, avendone i requisiti,la citata iscrizione alla predetta categoria. Dopo circa una settimana mi pervenne, senza che io minimamente me lo aspettassi, un secondo invito, nel quale il requisito finanziario per l’aggiudicazione del servizio, era stato sensibilmente ridotto, in maniera tale da far si che la mia società vi rientrasse. Nel rispondere a questo secondo invito facemmo menzione del fatto che avevamo richiesto all’Albo nazionale smaltitori l’iscrizione alla categoria B, allegando la relativa domanda”.

PUBBLICITÀ

La commistione con la politica

Briganti dice che alcuni politici andarono da lui a chiedere soldi: “Ho ricevuto richieste da parte di amministratori pubblici. In particolare il consigliere…omissis…, quando mi fece la sua richiesta di 40.000,00 euro mensili, mi diceva che i pagamenti da parte dell’ufficio deputato del Comune di Giugliano, dipendevano in tutto e per tutto, dalla sua volontà ed in particolare che il funzionario o avrebbe pagato nei tempi e nei modi da lui stesso stabiliti. Le richieste del consigliere (che a suo dire avrebbero “garantito o comunque consentito la nostra presenza sul territorio”) sono andate avanti per alcuni mesi dopo il mio iniziale rifiuto, nel senso che in ogni occasione pubblica in cui ci incontravamo egli mi chiedeva se mi ero deciso a corrispondergli quella cifra, in tutto o in parte e soprattutto quando. Come strategia difensiva decisi di diffondere pubblicamente questa sua richiesta in modo da metterlo in difficoltà. Ad esempio ne ho parlato con i sindacalisti  – nelle numerose occasioni in cui richiedevano, -per i dipendenti, il pagamento degli stipendi. Inoltre, in una occasione in cui fu particolarmente insistente, chiesi se non aveva paura di quello che mi stava chiedendo essendo l’appalto nel mirino della magistratura e lui mi rispose: “ma tanto lei non dirà niente, vero?”. Gli chiesi comunque in che modo avrei dovuto pagare questi soldi e se qualcuno mi avrebbe fatto una fattura per giustificare l’uscita, ma lui rispose che il pagamento avrebbe dovuto essere rigorosamente in contanti e che al più avrei potuto aumentarmi fittiziamente lo stipendio per dargli i soldi in nero. Come già riferito successivamente subentrò …omissis… che con modi più eleganti mi chiese, prima che andassimo in Marocco, una cifra, con la frase. “mi dia un numero”, facendo chiaro riferimento ad una cifra mensile, e successivamente l’equivalente di uno stipendio di un mio dirigente”. Brigati inoltre sottolineò di non aver mai pagato le somme richieste dai politici ma allo stesso tempo precisò: “Non so se qualcuno lo ha fatto…ma certamente se fosse accaduto non era per conto mio…”.

Brigante: “Io ostaggio del Comune”

Nell’interrogatorio Brigante disse che il Comune voleva mandare via la ditta e che spesso era destinatario di pressioni affinché alcuni dipendenti avessero promozioni e aumenti di livello. “Attualmente mi ritengo essere “ostaggio” del Comune  – disse Briganti – in quanto se d’improvviso decidono di non pagarmi un canone io rischio di andare sotto sopra.  Su altre richieste pervenutemi nel tempo da altri politici e/o amministratori di Giugliano, voglio dire che ne ho avute tante, di diverso tenore, e sempre dirette ad ottenere per questo o quel dipendente avanzamenti di carriera, miglioramenti economici, variazioni di orario e quant’altro”.

Queste dichiarazioni sono state importanti per lo sviluppo dell’inchiesta, terminate poco prima della fine del 2018 e che vede indagate 14 persone. Ora dovrà essere fissata l’udienza preliminare ed eventualmente i soggetti coinvolti potrebbero finire a processo.

LEGGI GLI ARTICOLI SULL’INCHIESTA

Inchiesta rifiuti & camorra a Giugliano, i NOMI dei 14 indagati: c’è anche il boss Giuliano Amicone

 

 

 

Rifiuti & camorra a Giugliano, il pentito: “Sparai ai camion, ditte costrette a pagare il racket ed assumere parenti dei Mallardo”

 

 

PUBBLICITÀ

RESTA AGGIORNATO, VISITA IL NOSTRO SITO INTERNAPOLI.IT O SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.

PUBBLICITÀ

Ultime Notizie

Sistema Caivano, stangata per i Sautto-Ciccarelli: quattro secoli di carcere

Oltre quattro secoli di carcere. Questa la decisione presa quest'oggi dal gip del tribunale di Napoli Valentina Giovanniello in...

Nella stessa categoria