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sabato, Aprile 20, 2024
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«Hanno cercato di bruciarmi, poi mi hanno venduta». Annamaria racconta il suo dramma a ‘Le Iene’

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«Mi ero rassegnata. Abituata ormai ad essere venduta e violentata da quei quattro ragazzi che, in poco tempo, sono diventati il mio terrore». Parole che sembrano uscire dalla bocca di una donna, ma la ripudiante verità è un’altra perché a raccontare tutto è una ragazzina di tredici anni.

A diffondere la notizia è stato Le Iene, la giovane con molto coraggio ha parlato di tutto quello che le è successo. Dal giorno che ha conosciuto Domenico (il ragazzo che ormai le ha rovinato la vita), fino a quando si era ormai abituata al fatto di essere violentata. Un orrore solo a sentire.

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Era il giorno del suo compleanno, la ragazzina era felice e si stava recando al supermercato nel suo paese, in Calabria, quando incontra Domenico. «Annarella! -la chiamò- Dove stai andando?”. Lei, Annamaria, rispose che quel giorno avrebbe spento tredici candeline. «Tanti auguri allora!», continuò lo stesso. La ragazza cominciò a pensarlo. Stando al suo racconto, quando passava sotto casa, pensava che stava crescendo e che quel ragazzo prima o poi l’avrebbe sposata.

«Credevo nel principe azzurro. Era l’età giusta, anche se è proprio da quel giorno che ho cambiato idea su quell’argomento». Questo perché Domenico in men che non si dica è diventato un mostro. Andava sotto casa di Annamaria e se quest’ultima rifiutava di vederlo lui minacciava di uccidere il padre. Ormai le aveva fatto capire che era capace di fare di tutto.

Poi arrivano altri particolari. Paurosi. Tanto macabri da indignare e intristire anche Nadia Toffa, che si è occupata del servizio de ‘Le Iene’. «Ho provato a ribellarmi, ma è andato tutto male. Un giorno mi ha gettato della benzina sulle gambe e un altro giorno invece mi ha addirittura venduta ad un suo amico perché aveva un debito con questo di 300 euro. Mi ha costretto a farlo con lui». La sua voce è triste, il suo volto parla chiaro: Annamaria vede tutto tremendamente cupo.

Oltre alla violenza fisica, però, la vittima ha dovuto subire anche quella psicologica. «Ero diventata la prostit**a del paese -racconta la ragazzina- Nessuno mi accettava e le parole sul mio conto erano orribili. Son dovuto scappare dalla mia terra». Ed effettivamente è così, perché a certificarlo è proprio la stessa iena Nadia Toffa, che girando per il paese ha raccolto tantissime offese nei confronti di Annamaria.

Si è rivolta anche alla chiesa. Ad un prete, che dopo aver verificato la veridicità delle sue parole, le ha consigliato di non parlare di nulla altrimenti si sarebbe creato uno scandalo. Altro muro, stavolta dalla parte della chiesa. «Mi aspettavo che quel sacerdote mi avrebbe portato a denunciare i fatti o quanto meno a raccontare tutta la verità alla famiglia –dice delusa– Alla fine mi ha solo assolto».

La Toffa ha intervistato anche il parroco, ma quest’ultimo non ha detto nulla di rilevante. Alla fine Annamaria, con tanta umiltà e con lo spirito di una grande donna, si sente di concludere così: «Non provo rancore. Non li odio. Ma spero che un giorno tutti quei ragazzi condannati possano pentirsi di ciò che hanno fatto e chiedermi perdono. Intanto io mi sono riprese la mia vita in mano».

Così si conclude una storia brutta. Tanto brutta da segnare la vita di una ragazzina. E c’è ancora chi si schiera contro di lei, chi gira la faccia dall’altra parte. Qualcosa non va, ma la colpa non è di Annamaria. Questo è poco ma sicuro.

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