Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere gli ultimi fedelissimi del clan Troncone di Fuorigrotta, gruppo guidato dal boss Vitale Troncone e dal figlio Giuseppe (entrambi in carcere) arrestati qualche giorno fa.
Blitz contro i reduci dei Troncone, scena muta davanti al gip
I carabinieri della compagnia di Bagnoli hanno eseguito sei ordinanze di custodia cautelare in carcere a carico del presunto reggente Alfredo Graziano e di Giuseppe Marco Scala, Valerio Andrea Guerra, Antonio Trito, Mattia Maiorino e Antonio De Monte.
Tutti e sei sono accusati a vario titolo di estorsione e tentata estorsione aggravati dal metodo e dalle finalità mafiosa. Un manipolo di fedelissimi pronti a tutto nonostante la detenzione dei capi (Vitale Troncone e suo figlio Giuseppe) anche a taglieggiare i venditori ambulanti di fuochi d’artificio lo scorso Capodanno.
Tra le vittime del racket anche il tiktoker Ernesto Colella che, ascoltato dai militari dell’Arma, non senza una certa ritrosia nel riconoscere i responsabili, aveva spiegato: «Si vociferava che bisognava fare un “regalo” a persone che sarebbero successivamente venute a ritirarlo. Una piccola somma di denaro, pari a circa 150 o 200 euro. Se ne parlava tra di noi che avevamo le bancarelle».
Colella ha quindi spiegato il momento esatto in cui è avvenuto il misfatto: «Non ricordo bene, perché ero impegnato a fare una live su TikTok. Non ricordo il giorno preciso, ma pochi giorno dopo, un mio collaboratore mi faceva segno a gesti, mentre io ero impegnato col cellulare, che aveva bisogno di 150 euro per darli a quelli là, senza dirmi a chi. Quando queste persone sono venute a ritirare i soldi ero all’interno del negozio, ero impegnato in una live, quindi non ho prestato attenzione e non ho visto chi fossero».