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domenica, Aprile 28, 2024
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Bloccati 50mila ‘clienti’ del pezzotto, Sky esulta: “Importante operazione”

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Sono stati 13 i pannelli di controllo dei flussi illegali sequestrati dalla polizia postale nell’ambito dell’inchiesta contro il pezzotto Iptv, inoltre, sono stati bloccati 50mila utenti che avevano un accesso illegale alle piattaforme private a pagamento. Secondo gli investigatori l’organizzazione avrebbe avuto illeciti guadagni per circa 6milioni di euro al mese.

Il decreto per le perquisizioni eseguite da diversi Centri operativi per la sicurezza cibernetica della Polizia Postale è stato emesso dal procuratore aggiunto di Catania, Sebastiano Ardita, e dal sostituto procuratore Francesco Camerano, come riporta il giornale La Sicilia.

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“Congratulazioni alla Polizia Postale per questa nuova importante operazione antipirateria. Le forze dell’ordine hanno il nostro pieno sostegno nella loro attività di contrasto, che negli anni è diventata sempre più preziosa per garantire la legalità, a tutela di tutti coloro che fruiscono legittimamente dei loro contenuti preferiti. Contrastare questo fenomeno criminale è un impegno che ci coinvolge tutti e ora, grazie alla nuova legge antipirateria, possiamo farlo con ancora più efficacia”, commenta Andrea Duilio, amministratore delegato di Sky Italia.

I DETTAGLI DELL’OPERAZIONE

Su disposizione della Procura distrettuale della Repubblica-Dia di Catania, la polizia ha eseguito una vasta operazione contro la pirateria audiovisiva con perquisizioni in diverse città italiane nei confronti di 21 persone. Diversi i centri operativi per la sicurezza cibernetica della polizia postale sono stati impegnati in numerose perquisizioni e sequestri sull’intero territorio nazionale nei confronti degli appartenenti ad una associazione a delinquere transnazionale.

SCOPERTI I PROMOTORI

Le indagini, dirette dalla Procura distrettuale di Catania, avviate dal centro operativo per la sicurezza cibernetica di Catania con il diretto coordinamento del servizio polizia postale di Roma hanno permesso di delineare l’esistenza di una associazione criminale organizzata in modo gerarchico secondo ruoli distinti e ben precisi e con promotori distribuiti sul territorio nazionale e all’estero, avente come finalità la costante distribuzione, a un elevatissimo numero di utenti, in ambito nazionale e internazionale, di palinsesti live e contenuti on demand protetti da diritti televisivi, di proprietà delle più note piattaforme televisive quali ad esempio Sky, Dazn, Mediaset, Amazon Prime, Netflix, attraverso il sistema delle Iptv illegali, con profitti mensili per svariati milioni di euro. Le condotte illecite sono state consumate in un lungo arco temporale e sono state interrotte grazie all’operazione in corso.

MESSAGGI IN CODICE

Al fine di eludere le indagini, gli indagati hanno fatto uso di applicazioni di messaggistica crittografata, identità fittizie e documenti falsi; quest’ultimi sono stati utilizzati anche per l’intestazione di utenze telefoniche, di carte di credito, di abbonamenti televisivi e noleggio di server. Riscontrata la presenza su varie piattaforme social di canali, gruppi, account, forum, blog e profili che pubblicizzavano la vendita, sul territorio nazionale, di flussi, pannelli ed abbonamenti mensili per la visione illegale dei contenuti audiovisivi fruibili anche attraverso numerosi siti illegali di “live streaming”.

INDAGATI ANCHE A NAPOLI E SALERNO

Sono 21 le persone al momento indagate (attive nelle città di Catania, Messina, Siracusa, Cosenza, Alessandria, Napoli, Salerno, Reggio Emilia, Pisa, Lucca, Livorno e Bari) a cui la Procura etnea contesta a vario titolo reati quali associazione per delinquere a carattere transnazionale finalizzata alla diffusione di palinsesti televisivi ad accesso condizionato, danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici, accesso abusivo ad un sistema informatico, frode informatica.

L’operazione, che si è avvalsa dell’ausilio del personale dei centri operativi sicurezza cibernetica di Reggio Calabria, Torino, Napoli, Bologna, Firenze, Roma e Bari, ha consentito di inibire il flusso illegale delle IPTV e dei siti di live streaming.

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