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mercoledì, Aprile 24, 2024
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Bollette alle stelle, arrivano aiuti per le famiglie: come rateizzare, cosa succede se non si paga

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Negli ultimi mesi i prezzi di elettricità e gas metano hanno subito aumenti pesantissimi. L’ascesa dei prezzi delle materie prime dipende da diversi fattori tra i quali la ripresa economica su scala globale e le ridotte forniture di gas, in particolare quelle dalla Russia. Ma tra i motivi di questa impennata c’è anche la crescita dei prezzi dei permessi di emissione di CO2, chiamati con un acronimo Ets (Emission Trading Scheme).

Dopo i primi rincari registrati a luglio 2021 (rispettivamente del 10% per la luce e del 15% per il gas) e ad ottobre 2021 (+30% luce e +14% gas), dal 01 gennaio 2022 l’elettricità è aumentata 55% mentre il metano ha registrato un aumento del 42%.

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La rateizzazione delle bollette: come funziona

L’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente (Arera) ha fissato, con una delibera ad hoc, tempi e modalità per l’attuazione dei piani di pagamento a rate delle bollette di luce e gas emesse da gennaio ad aprile 2022. È possibile chiedere la rateizzazione senza interessi fino ad un massimo di 10 mesi.

La rateizzazione non è automatica. Secondo quanto specificato dall’Arera, la volontà del cliente di aderire alla rateizzazione deve essere manifestata espressamente. Per questo motivo, il venditore del servizio nella comunicazione in cui offre al cliente finale questa possibilità, deve indicare il termine ultimo entro cui l’utente può contattare il fornitore per richiedere la rateizzazione e la modalità di adesione.

Possono rateizzare le bollette tutti i clienti finali domestici sia nel mercato libero che in quello tutelato. L’agevolazione vale sia per la luce che per il gas.

Rateizzazione: come si paga

Il piano di rateizzazione delle bollette prevede il pagamento della cifra totale in due metà:

  • la metà della cifra totale deve essere pagata nella prima rata
  • la restante metà sarà suddivisa in rate di almeno 50 € pari al numero di bollette emesse in 10 mesi

Cosa succede se non si paga la bolletta

In caso di inadempimento al pagamento delle fatture emesse nel periodo compreso tra l’1 gennaio 2022 e il 30 aprile 2022, nella lettera di sollecito il fornitore di gas o luce è tenuto a informare il cliente che può pagare la bolletta rateizzandone l’importo.

Il caro bollette avrà un impatto importante nelle finanze dei pensionati e il rischio è che siano costretti a tagliare spese di prima necessità per far fronte a questi rincari inattesi.

Un nuovo decreto-energia dovrebbe arrivare la prossima settimana e sarà di “ampia portata”. Lo annuncia il premier Mario Draghi dal porto di Genova: non solo il Piano coi fondi europei sosterrà crescita e stabilità del Paese nel medio periodo ma nel frattempo il governo non “dimentica famiglie e imprese in difficoltà” e, anzi, sta lavorando a un nuovo provvedimento per calmierare gli aumenti di luce e gas che hanno registrato un “boom”, certifica l’Arera, nonostante gli interventi messi in campo finora.

Il prezzo dell’energia elettrica nei primi tre mesi dell’anno è raddoppiato (+55%) e poco meno ha fatto il gas (+41,8%), creando problemi non solo a famiglie e alle attività produttive, ma anche agli enti pubblici locali. Oggi tanti comuni italiani lasceranno al buio piazze e monumenti alle 20, per mezz’ora. Un’iniziativa lanciata dall’Anci che stima per le amministrazioni comunali un aggravio di almeno 550 milioni di euro, su una spesa complessiva annua per l’energia elettrica che oscilla tra 1,6 e 1,8 miliardi di euro.

Il nuovo intervento potrebbe valere tra i 5 e i 7 miliardi, come ha spiegato la sottosegretaria al Mef Maria Cecilia Guerra, assicurando che questa volta si dovrebbero anche “rafforzare i bonus sociali”. Si parte da circa 4 miliardi che arrivano per circa 1,5 miliardi dalla prima mini tassazione degli extraprofitti realizzati dagli impianti a fonti rinnovabili. Altre risorse dovrebbero arrivare dalla destinazione dell’intero incasso delle aste di Co2 alla riduzione delle bollette, misura che l’Arera invita a rendere “strutturale”.

L’autorità per l’energia chiede anche al governo di rivedere in modo stabile gli oneri di sistema, eliminando dalla bolletta quelli che non hanno a che fare “con il sistema energetico”. La ricerca dei fondi è in corso e le dimensioni dell’intervento sarà definito solo quando si avrà contezza delle risorse. Non ci dovrebbe essere altro deficit: al momento Palazzo Chigi e Mef escludono ulteriori scostamenti di bilancio.

Tutti i partiti, però, restano in pressing: Giuseppe Conte chiede soluzioni “strutturali”, la Lega esulta per l’annuncio di Draghi, mentre Enrico Letta insiste che bisogna fare presto per non azzoppare la ripresa, ed elenca tra le proposte del Pd anche quella di aumentare la produzione di gas nazionale. Per le misure di medio periodo si guarderebbe anche alla revisione degli stoccaggi mentre non si esclude, tra gli interventi immediati, di prevedere aiuti anche per il trimestre in corso per le imprese energivore.

“Il caro energia è la mina sulla strada della ripresa”, ribadisce il presidente di Confindustria Carlo Bonomi ospite del Tg1: “quest’anno l’industria pagherà una bolletta di 37 miliardi. Abbiamo bisogno di interventi strutturali, c’è la necessità che si aumenti la disponibilità di energia per l’impresa italiana, sia attraverso l’aumento del gas italiano sia l’aumento delle energie rinnovabili”.

Caro bollette, Confesercenti Campania: “Aumenti del 50% sull’energia, 300 milioni di costi in più per i ristoratori campani: una follia, situazione insostenibile. Il Governo intervenga subito”

Confesercenti Campania alza la voce sul caro-bollette e sulle devastanti conseguenze che sta avendo sulle aziende della Campania e in generale sull’economia della nostra regione.

Il centro studi di Confesercenti ha messo in luce un aumento sull’energia elettrica, per le attività di ristorazione e somministrazione, con una percentuale che oscilla tra il 45% e il 53%. «Costi in più insostenibili per le aziende – sottolinea Vincenzo Schiavo, presidente di Confesercenti Campania e vicepresidente nazionale con delega al Mezzogiorno -. In Campania ci sono 31.000 attività della ristorazione (bar, ristoranti, pizzerie, pasticcerie, paninoteche) che mediamente pagano una bolletta di fornitura di energia elettrica che si aggira intorno ai €1.500 al mese e il loro aumento di dicembre è stato mediamente di €750. Ciò significa che soltanto il settore della ristorazione campana ha avuto un rincaro di circa 25 milioni più IVA al mese. A questo insostenibile aumento, ovviamente, va aggiunta l’IVA del 22%, che è un regalo alla comunità europea di ulteriori 5 milioni di euro al mese. Le nostre aziende, da sole, non possono sostenere questi aumenti. Se il Governo non si deciderà ad intervenire in maniera seria e decisa, gli imprenditori campani saranno costretti ad alzare bandiera bianca».

Due esempi per eccellenza: un take away di 50 metriquadri ha subito un rincaro di oltre 330 euro nella bolletta di dicembre rispetto a quella di ottobre (da 430 euro a 770 circa), un ristorante di 240 metriquadri è passato da 2500 euro a 4700 circa.

«Nel nostro studio – aggiunge Schiavo – abbiamo considerato uffici, piccoli negozi e soprattutto attività come bar e ristoranti che hanno macchinari sempre in funzione, 24 ore su 24. Questo aumento spaventoso che grava sulle aziende della nostra regione già piegate dalla crisi conseguente alla pandemia è dovuto non soltanto all’aumento del costo del chilowattore, che sale di una percentuale del 35/40%, ma alla crescita ingiustificata e inspiegabile di moltissime voci in bolletta, quali la spesa del trasporto dell’energia, la gestione del contatore ed altre, nella misura del 10-20% circa. Non è immaginabile che in piena crisi pandemica, con pochissima gente per strada, con i ristoranti e i bar semivuoti, il settore della ristorazione campana sia costretto a pagare 300 milioni in più all’anno di energia elettrica quando il fatturato è calato del 40-50% e in alcuni casi del 70%. E’ una follia».

In attesa di risposte concrete e immediate dal Governo, le attività di Confesercenti provano a trovare soluzioni-tampone, anche se palliative.

«Alcune grandi strutture – avverte il presidente Schiavo – , come i centri commerciali, stanno valutando l’idea di aprire mezz’ora più tardi e di chiudere mezz’ora prima. Questa situazione, a cascata, si rifletterà drammaticamente anche sull’occupazione. E’ incredibile che si continuino ad appesantire i costi di gestione delle imprese. Invece di mettere gli imprenditori nelle condizioni migliori per un rilancio dell’economia, stiamo ulteriormente caricando il loro fardello. La politica ha il dovere di intervenire in modo veloce e determinato».

DATI NAZIONALI SU CONTRAZIONE CONSUMI. Aumento dei contagi a causa della variante Omicron, il diffondersi dello smart working e l’aumento dei prezzi dei beni energetici mette a rischio, nel solo primo trimestre del 2022, circa 6,4 miliardi di euro di spesa su tutto il territorio italiano, cancellando la ripresa del secondo semestre del 2021. Una inversione di tendenza preoccupante rispetto alle previsioni della precedente legge di bilancio, con effetti devastanti sull’economia del settore terziario. Tutti elementi che portano ad un nuovo lockdown di fatto: cambia la modalità dei consumi, aumenta l’incertezza e la paura di spendere. In Italia assistiamo ad una contrazione fortissima degli introiti, dovuta a vari fattori:il 51% dei consumatori evita bar e ristoranti, il 31% rinuncia ai viaggi e allo shopping per paura di assembramenti e contagi; il 48% del settore privato è in smart working e questo penalizza molto le attività di ristorazione e somministrazione, ma anche lo shopping. A questi si aggiunga il blocco di turismo ed eventi, un albergo su tre è aperto ma ha il 20% di riempimento. Un quadro drammatico, con 200mila posti di lavoro a forte rischio senza proroga cassa Covid e 25mila imprese a rischio chiusura senza ristori adeguati.

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