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sabato, Aprile 20, 2024
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Busta di patatine pescata dopo 40 anni nel Golfo di Napoli: “Così muore il nostro mare”

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Nel golfo di Napoli è stato “pescato” un sacchetto di patatine risalente agli anni ’80.Non è la prima volta” spiega il pescatore che lo ha ritrovato. Tra Capri e Ischia pare esserci un vero e proprio “cimitero” di rifiuti “vintage”. La curiosa situazione preoccupa per le sorti del nostro mare.

Il ritrovamento del sacchetto di patatine

Davide Remigio De Gaetano questo il nome del pescatore di Ercolano protagonista del ritrovamento. A 160 metri, tra i meravigliosi frutti del mare del Golfo, il pescatore di Ercolano ha ritrovato un sacchetto di patatine di circa 40 anni fa. L’involucro di plastica risale alla fine degli anni ottanta, ed è quasi completamente integro. Questo perchè la plastica ha dei tempi di biodegradazione molto lunghi. Come sappiamo è uno dei rifiuti più difficili da smaltire, motivo per cui da tempo si sta cercando di ridurne l’uso.

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Il sacchetto tra i vari disegni aveva in bella mostra la data di scadenza, ancora leggibile: ‘NOV1983‘. L’involucro, al contrario del suo contenuto, non è ancora “scaduto” ed è rimasto intatto navigando per 40 anni tra le onde del Golfo. Il sacchetto è solo uno dei tanti “reperti” di plastica e non, che vengono purtroppo ritrovati nelle acque del Golfo. Questo particolare ritrovamento si distingue per la sua “longevità”, mostrando nella pratica quanto sia difficile smaltire la plastica. Le associazioni ambientali sono ben consapevoli di quanto poco rispetto venga riservato al mare. Anche alcuni Governi ad oggi parlano di maggiore “attenzione all’ambiente” ma i mari continuano a soffrire per gli errori del passato e le disattenzioni del presente.

Le parole di Legambiente 

Non è la prima volta che trovo rifiuti particolarmente datati” spiega il pescatore. Parla poi di altri suoi particolari ritrovamenti: “Una volta ho trovato un involucro di liquirizie del 1979, con le reti a strascico tiriamo su di tutto“. Spiega poi la condizione del mare in cui naviga ormai da 26 anni: “Tra Capri e Ischia, c’è un vero e proprio cimitero sommerso di bottiglie di vetro“. Davide, il pescatore, si dice molto colpito dalla situazione ambientale: “A chi, come me, ama il mare episodi del genere fanno male al cuore“.

Davide spiega che spesso loro pescatori sono costretti a rigettare in mare i rifiuti per evitare sanzioni. “Spero però che arrivino normative che aiutino noi pescatori a recuperare rifiuti” spiega infatti.

La presidente di Legambiente Campania parla sconfortata del ritrovamento. “Sacchetti come quello si degradano dopo decenni ma intanto rilasciano microplastiche molto pericolose” spiega. Il problema infatti non sono, solo, i tempi di smaltimento ma anche i luoghi e le modalità dove avviene. Il mare non è di certo il luogo più adatto per il rilascio di microplastiche. Una volta rilasciate nelle acque diventano infatti parte della catena alimentale. Un triste emblematico caso fu quello del tonno pescato ad Ischia lo scorso settembre. Nello stomaco del tonno venne ritrovata un’intera siringa.

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