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venerdì, Aprile 19, 2024
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Camorra di Arzano, le rivelazioni del pentito Pasquale Cristiano: “Monfregolo mi mancò di rispetto”

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Le ultimissime dichiarazioni di Pasquale Cristiano, pentito del clan della 167 di Arzano, risalgono allo scorso 28 luglio. L’ex ras risponde alle domande dei magistrati sugli scenari criminali risalenti al 2020 ed in particolare ai rapporti, prima di collaborazione poi di rottura, con i Monfregolo:

“Nel 2018 quando sono stato arrestato, avevo mandato ad Arzano l’imbasciata che MONFREGOLO Mariano doveva occuparsi solo di droga ed ALTERIO Raffaele doveva occuparsi di estorsioni. Questa mia indicazione non è stata seguita, la mia scelta era finalizzata a garantire la riservatezza di MONFREGOLO Giuseppe, all’epoca latitante. Egli invece prese questa mia decisone come un affronto e organizzò una riunione a casa del fratello Mariano a Casandrino, alla quale erano presenti tutti i MONFREGOLO, D’ARIA Mario e ALTERIO Raffaele che mi ha raccontato che Giuseppe Monfregolo si fece trovare armato di pistola, lo affrontò e disse che non era morto né carcerato e che la gestione del clan spettava ai suoi fratelli, Mariano e Raffaele, e Alterio non doveva interessarsene e continuare ad avere il suo ruolo. lo rispettai la sua scelta”.

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“Quando poi è stato catturato, era nella mia stessa sezione a Secondiglìano, oltre a raccontarmi delle cose della sua latitanza, delle quali riferirò, mi ribadii che per lui era importante continuare ad avere un ruolo da protagonista anche dalla latitanza, ma lui capì anche le ragioni, a sua tutela, per le quali io avevo preso quella decisione. In quello stesso periodo mio cognato MORMILE Vincenzo iniziò ad avere problemi a Frattamaggiore con i Pezzella di Cardito che volevano approfittare della nostra assenza, mia e di MONFREGOLO Giuseppe, che avevamo un notevole spessore, per impadronirsi di Frattamaggiore e Frattaminore. 

A quel punto mio cognato, sempre con il telefono, mi informò e io gli dissi di chiedere supporto a quelli di Arzano in modo che si facessero vedere con lui per far capire che aveva sempre l’appoggio di Arzano. MONFREGOLO Mariano, sempre con il telefono, informava il fratello MONFREGOLO Giuseppe, con il quale non potevo più parlare perché era stato trasferito in un’altra sezione, lamentandosi del fatto che dovevano pensare ad Arzano e non potevano allontanarsi per appoggiare MORMILE. E Giuseppe lo assecondava, dicendo di non farlo. Anzi lui era ancora più contrario a dare questo supporto. Questa cosa io l’ho vissuta come una mancanza di rispetto e di considerazione, anche perché durante la latitanza MONFREGOLO Giuseppe ebbe un litigio con..omissis, prevalentemente per questioni legate alla ex moglie. Giuseppe mandò a sparare contro la porta di casa di omissis come ho già riferito. Omissis c prese un kalashnikov e si presentò al Rione 167, si fermò, senza sparare ma mostrando l’arma, davanti alla casa della madre dei MONFREGOLO, si affacciò GILARDI Rosa, all’epoca incinta, che reagì lanciandogli contro vasi delle piante ma anche intimorita perché MONFREGOLO Mariano era in strada, probabilmente nascosto. Dopo questo episodio perse anche il figlio, l’episodio mi è stato raccontato da MORMILE Vincenzo. MONFREGOLO Mariano, poi, chiese aiuto a MORMILE e il gruppo di Frattamaggiore andò a Casavatore, a casa della madre dove si nascondeva Omissis, e sparò anche contro quell’abitazione. Me lo ha raccontato sempre MORMILE”. 

 Io continuavo ad avere contatti, anche in videochiamata, con MONFREGOLO Mariano che a volte mi ha fatto vedere di stare a Frattamaggiore. Io ormai ero arrabbiato con i MONFREGOLO, dopo questo segnale che avevo ricevuto. Trovai il modo di parlare con Giuseppe mentre lui andava al campo di calcio. Lui continuava a dire che andava tutto bene e stavano dando supporto a MORMILE. Io lo affrontai duramente, rinfacciandogli il loro disinteresse. A quel punto si assunse la responsabilità della scelta, dicendo che aveva deciso lui di non dare supporto e disse di non prendermela con i fratelli. Mi chiese anche scusa per questa mancanza nei miei confronti”.

 

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Antonio Mangione
Antonio Mangionehttp://www.internapoli.it
Giornalista pubblicita iscritto dalll'ottobre 2010 all'albo dei Pubblicisti, ho iniziato questo lavoro nel 2008 scrivendo con testate locali come AbbiAbbè e InterNapoli.it. Poi sono stato corrispondente e redattore per 4 anni per il quotidiano Cronache di Napoli dove mi sono occupato di cronaca, attualità e politica fino al 2014. Poi ho collaborato con testate sportive come PerSempreNapoli.it e diverse testate televisive. Dal 2014 sono caporedattore della testata giornalistica InterNapoli.it e collaboro con il quotidiamo Il Roma
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