Era accusato di far parte del clan Vigilia di Soccavo, una militanza condivisa fin da quando era minorenne. Questo almeno quanto sostenuto dalla Procura a carico di Antonio Bellopede, protagonista qualche anno fa di una rocambolesca cattura in Spagna presso l’isola di Ibiza. Oggi a suo carico si è tenuto il processo con rito abbreviato (che in caso di condanna porta a una riduzione di un terzo della pena) che ha portato alla sua assoluzione per non aver commesso il fatto per la parte di condotta successiva al 2014, anno in cui è diventato maggiorenne. Il suo legale, l’avvocato Leopoldo Perone, ha dimostrato l’assoluta assenza di elementi che provassero la sua partecipazione a sodalizi criminali. Il pubblico ministero aveva chiesto per Bellopede 12 anni di reclusione. Successivamente gli atti sono stati trasmessi al Tribunale dei Minori per la parte di condotta precedente al 2014.
Bellopede era stato arrestato nel maggio del 2019 perchè destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita nei confronti di 33 soggetti ritenuti contigui al clan Vigilia di Soccavo. Il giovane era accusato di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata allo spaccio di stupefacenti, estorsione, rapina nonché di detenzione illegale e ricettazione di armi da sparo. Il provvedimento cautelare fu emesso dopo indagini dei carabinieri coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli iniziate dopo l’omicidio di camorra di Rosario Grimaldi avvenuto a Seccavo nel luglio 2013. Quelle indagini permisero agli inquirenti di documentare l’ascesa del clan Vigilia nel quartiere dopo la sua scissione dal gruppo dei Grimaldi. Secondo la Procura dalle intercettazioni telefoniche sarebbe emersa la partecipazione al gruppo di spacciatori di Soccavo da parte del giovane Bellopede, figlio di Ciro storico affiliato alla cosca, fin da quando era ancora minorenne. Il giovane in particolare era accusato di essere l’elemento addetto al confezionamento della droga.