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venerdì, Aprile 19, 2024
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Casa degli orrori nel Casertano, picchiata e prigioniera fugge e fa arrestare compagno orco

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In data odierna, all’esito di una indagine coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, i Carabinieri della Stazione di San
Nicola la Strada (CE) hanno dato esecuzione all’ordinanza di applicazione della
misura cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del
Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, su richiesta della Procura della Repubblica
Sammaritana, nei confronti di HAMID Mouaomiya, nato in Marocco l’1 gennaio 1978
e detenuto presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere.

A carico di HAMID Mouaomiya risulta raccolto un grave compendio indiziario per il reato di
sequestro di persona aggravata, lesioni personali e minacce aggravate (articoli 81
cpv, 605 comma 1 e 61 comma 1,582 e 612 comma 2).
L’indagine, espletata dal 2 marzo al 29 maggio 2018, ha permesso di appurare che la
vittima, dopo aver conosciuto e intrattenuto una relazione sentimentale con
l’indagato veniva ospitata dallo stesso in un’abitazione in disuso, occupata
abusivamente da tempo da Hamid Mouaomiya, di proprietà della Curia Vescovile di
Caserta sita a San Nicola la Strada in via Santa Croce, vicolo Cavour.

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Dopo un primo periodo di pacifica convivenza HAMID Mouaomiya mutava atteggiamento nei confronti della parte offesa, diventando nei suoi confronti minaccioso e violento, percuotendola con pugni e calci in più occasioni, così provocandole lesioni personali.
Le violenze venivano ripetute per alcuni giorni durante i quali l’Hamid, per evitare
che la denunciante potesse uscire di casa per chiedere aiuto e farsi accompagnare in
ospedale, distruggeva il cellulare e bloccava la porta di ingresso con una sbarra in
ferro, rinchiudendola in casa per alcuni giorni.

La vittima, approfittando del fatto che l’Hamid si era addormentato, riusciva a
sbloccare la porta di ingresso e a scappare per chiedere aiuto e le cure mediche
necessarie.

Le indagini sono partite dalla denuncia della persona offesa e si sono arricchite di
ulteriori elementi di conferma, costituiti da altre fonti dichiarative, nonché degli esiti
del sopralluogo effettuato dalla polizia giudiziaria presso l’abitazione teatro del
sequestro di persona.

Foto: web

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