L’area a Nord di Napoli sta vivendo un momento di fibrillazione criminale. Gli agguati commessi tra Caivano ed Afragola testimoniano un riassetto degli equilibri delle cosche locali, che si fanno guerra per il controllo del territorio. A dimostrarlo anche l’ultima inchiesta sul clan Ciccarelli di Caivano. In particolare dall’ordinanza emerge. Lo scorso giugno è stata intercettata una videochiamata WhatsApp tra Ciccarelli Domenico e Ciccarelli Antonio. Dopo essersi salutati, Ciccarelli Antonio informò il proprio fratello che il padre di Vittorio (inteso Luongo Nicola) era stato condannato all’ergastolo. Poi Ciccarelli Antonio raccomandava in più battute al fratello di non uscire di casa, di non esporsi, evidentemente pienamente a conoscenza delle dinamiche criminali attuali e preoccupato per eventuali azioni violente di cui il Ciccarelli Domenico potrebbe essere vittima. Quest’ultimo risponde: “Domenico: non scendo più sto chiuso sopra”.
Durante un’altra conversazione Ciccarelli Domenico interloquiva con suo nipote Ciro Ciccarelli, dicendogli di fare attenzione Suo nipote gli chiedeva da chi provenisse tale minaccia e Domenico rispondeva a bassa voce “Crispano”. Prima di concludere la videochiamata Caciotta chiedeva più volte a suo nipote di fare attenzione e di evitare di uscire di notte.
LA RETTIFICA
La redazione ha ricevuto una richiesta di rettifica da parte dei legali di Paziale e Mormile che pubbliciamo:
“In particolare, si intende precisare che il Vittorio Parziale e il Mormile Vincenzo
non hanno alcun legame con il conversante e che non vi è stata una condotta da
definirsi “poneva in contatto” in quanto Vittorio Parziale e Mormile Vincenzo stavano passando davanti la videochiamata per raggiungere le postazioni da cui
avrebbero effettuato le loro videochiamate familiari; pertanto, alcun contatto è
stato realizzato”.


