Utilizzò carte d’identità false che gli consentirono una lunga latitanza dorata. È stato condannato a 10 mesi di carcere, l’ex boss del clan dei Casalesi, diventato collaboratore di giustizia. Si tratta Nicola Panaro di Casal di Principe, oggi è stato giudicato dalla prima sezione penale collegio C del tribunale di Santa Maria Capua Vetere. È stato condannato per ricettazione ed ha beneficiato dell’art8 (legge per i collaboratori di giustizia che consente la riduzione di un terzo della pena).
Il presidente ha disposto di non doversi procedere per gli altri imputati per avvenuta prescrizione: tra questi un impiegato comunale ufficio anagrafe di San Cipriano di Aversa (Franco Serao che forniva le carte d’identità fasulle.
Assolto completamente un sacerdote di origine casertana, don Pasquale Schiavone, che nel 2013 (l’epoca dell’inchiesta) è stato vice parroco in una chiesa del napoletano. Secondo gli inquirenti, proprio la rete di fiancheggiatori – composta non solo da familiari del latitante ma anche da persone insospettabili, «in quanto completamente estranee a contesti criminali» – ha favorito il boss fino all’arresto avvenuto 14 aprile 2010, consentendogli nei sette anni precedenti di «muoversi sia sul territorio nazionale che all’estero e persino in alberghi di lusso a Montecarlo».