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giovedì, Marzo 28, 2024
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Clan Mallardo senza pietà, racket anche ai parenti imprenditori: “Anche se sei cugino devi pagare lo stesso”

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Un locale adibito a circolo ricreativo in via Sant’Anna, noto vicolo nella zona di via Cumana, centro storico di Giugliano, ed un’area parcheggio nei pressi di noti lidi di Varcaturo: in questi due luoghi erano portate le vittime delle estorsioni dagli esponenti del clan Mallardo. Imprenditori e commercianti venivano prelevati dagli affiliati o si organizzavano appuntamenti nei posti indicati, ritenuti sicuri, ma che invece erano monitorati attraverso telecamere e microspie dai carabinieri di Giugliano (guidati dal capitano Andrea Coratza), che hanno così ricostruito ben 15 episodi estorsivi effettuati da ottobre 2021 sul territorio di Giugliano.

Alla sbarra sono finiti gli esponenti del gruppo di via Cumana del clan Mallardo, capeggiato da Michele Di Nardo, boss scarcerato solo pochi giorni prima, precisamente il 12 ottobre. Nemmeno il tempo di uscire dal carcere, Di Nardo si è messo all’opera insieme a Ciro Agalbato, Davide Barbato, Oreste Comite,  Salvatore D’Alterio, Vincenzo La Pignola, Carmine Maione, Antonio Mallardo e Antonio Seguino (difesi dagli avvocati Michele Giametta per 5 posizioni, Nunzio Mallardo, Donato Marrazzo e Domenico Pennacchio). Gli indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di estorsione, consumata o tentata, detenzione e porto illegale di armi comuni di sparo, aggravati dalle finalità e modalità mafiose. Oggi compariranno davanti al gip del tribunale di Napoli Nord per l’udienza di convalida del fermo.

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Clan Mallardo, estorsione anche ai cugini degli affiliati

Tra le vittime anche un noto imprenditore edile di Giugliano, cugino di uno dei fermati. Nonostante la parentela, all’imprenditore sono stati chiesti 20mila euro a titolo estorsivo per 4 cantieri sul territorio di Giugliano. Somma che gli era stata chiesta da un affiliato ma che lui non versò inizialmente. Poi quando è stato scarcerato Michele Di Nardo il clan è tornato alla carica. Il timore di essere picchiato e di ritorsioni ha portato l’imprenditore ad andare all’appuntamento in via Sant’Anna. A fungere da garante affinché non venisse picchiato c’era Antonio Mallardo, uno dei fermati, suo cugino. L’imprenditore mostra la sua preoccupazione ma il cugino cerca di calmarlo.

Dopo l’incontro con il boss l’imprenditore entra in auto e spiega di essere molto spaventato “…teniamo la stessa età… gli ho detto che ha il mio rispetto da quando siamo bambini… che poi è la verità …. ora mi vado a fumare una sigaretta, mi devo rilassare, stavo un poco teso ti dico la verità…. stavo un teso, certi posti che non ,i appartengono…”. Uno degli affiliati lo conforta dicendogli che Di Nardo fa paura a tutti “…non ti preoccupare, non c’è nulla da dire… a tutti ci fa non preoccuparti…”.

 

 

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Antonio Mangione
Antonio Mangionehttp://www.internapoli.it
Giornalista pubblicita iscritto dalll'ottobre 2010 all'albo dei Pubblicisti, ho iniziato questo lavoro nel 2008 scrivendo con testate locali come AbbiAbbè e InterNapoli.it. Poi sono stato corrispondente e redattore per 4 anni per il quotidiano Cronache di Napoli dove mi sono occupato di cronaca, attualità e politica fino al 2014. Poi ho collaborato con testate sportive come PerSempreNapoli.it e diverse testate televisive. Dal 2014 sono caporedattore della testata giornalistica InterNapoli.it e collaboro con il quotidiamo Il Roma
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