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Dal carcere di Avellino minacciava la vedova dell’uomo che ha ucciso

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Usavano cellulari e smartphone per avere contatti con l’esterno e per continuare a delinquere. Queste le accuse per i detenuti del carcere di Avellino che sono oggetto di una perquisizione tuttora in corso da parte dei carabinieri del Nucleo Investigativo del comando provinciale di Avellino, assieme a personale della Polizia penitenziaria e del Nucleo Investigativo Regionale per la Campania.

Le forze dell’ordine stanno dando esecuzione a un decreto di perquisizione emesso dalla Procura della Repubblica di Avellino a carico di 18 indagati che sono – o lo sono stati – detenuti nell’istituto penitenziario ‘Antimo Graziano’ a partire dal giugno 2024.

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Le minacce alla vedova

Le indagini hanno dimostrato che l’uso dei cellulari e degli smartphone da parte dei detenuti, oltre a consentire contatti non autorizzati con l’esterno, ha costituito strumento idoneo alla realizzazione di altri reati.

In tale quadro, a carico di un indagato sono emersi gravi indizi di colpevolezza per il reato di atti persecutori compiuti ai danni di una vedova della vittima dell’omicidio per il quale lo stesso detenuto è giudicabile. Inoltre sui profili social di alcuni indagati, alimentati grazie alle stesse utenze, sono emersi messaggi e anche immagini di rilievo investigativo.

Smartphone scovati nel carcere di Avellino, 18 indagati nel blitz

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