La seconda sezione della Corte di Appello di Napoli ha assolto Domenico Pagnolli perché “il fatto non sussiste”. L’uomo è ritenuto il boss di camorra di San Martino Valle Caudina. Il 61enne è finito sotto accusa per associazione di tipo mafioso contestatagli nell’ambito del processo nato dall’operazione La montagna sul clan Pagnozzi e le sue ramificazioni nel Sannio.
In primo grado, a Benevento, il 61enne a capo del clan e detenuto al 41bis, venne condannato a 19 anni di reclusione. Durante il processo di secondo grado caddero alcune contestazioni e la pena gli venne ridotta a 16 anni e 10 mesi.
RINVIO DELLA CASSAZIONE PER IL BOSS DI CAMORRA
La Cassazione, successivamente, accolse il ricorso dei legali di Pagnozzi, l’avvocato Dario Vannetiello e il professore Alfonso Furgiuele, rimandando la celebrazione del secondo grado di giudizio presso una diversa sezione della Corte di Appello di Napoli. Il processo nei confronti di Pagnozzi, questa volta difeso dall’avvocato Luca Bancale e ancora dal professore Alfonso Furgiuele, prese il via davanti alla seconda sezione che oggi lo ha assolto con la formula “il fatto non sussiste” dall’accusa di associazione a delinquere di tipo mafioso e di detenzione aggravata di armi.
CLAN PAGNOZZI E L’OMICIDIO DE PAOLA
Nel settembre del 2020 un 58enne venne ucciso a colpi di pistola a San Martino Valle Caudina, in provincia di Avellino. Si trattò di Orazio De Paola, ritenuto esponente di spicco del clan camorristico Pagnozzi, storicamente insediato in Valle Caudina. L’agguato avvenne avvenuto in via Castagneto. Secondo gli investigatori, De Paola sarebbe divenuto il principale referente del clan dopo l’arresto del capo clan, Domenico Pagnozzi e di altri componenti della stessa famiglia.