Eduardo Amoroso e Salvatore Dragonetti furono ‘avvertiti’ dagli uomini del clan Contini. I due, stando alle ultime indiscrezioni investigative, avevano intenzione di creare una piazza di spaccio in vico Pergola all’Avvocata dove poi troveranno la morte. Secondo gli investigatori il ‘punto vendita’ era pronto, addirittura Amoroso avrebbe fatto piazzare dei pali e delle inferriate per agevolare la vendita al dettaglio di cocaina. Un affronto in una zona da sempre considerata ‘feudo’ del clan Contini all’epoca retto da Nicola Rullo. Nei giorni precedenti all’agguato, secondo una fonte investigativa, Dragonetti fu avvicinato da persone del ‘Borgo’ e invitato a lasciar perdere e ad allontanarsi dal quartiere. Consiglio non seguito dall’uomo poi ucciso sotto casa sua.
Fin da subito i sospetti degli investigatori furono indirizzati verso l’Alleanza di Secondigliano, ed in particolar modo ad un gruppo di affiliati della vecchia guardia del gruppo del Vasto-Arenaccia che non vedevano di buon occhio la presenza di Amoroso nel quartiere, lui che era considerato in passato vicino ai Mazzarella, storici nemici dei primi. Del resto non si entra in quel rione senza il beneplacito di chi per trent’anni ha retto le sorti criminali della zona. I due furono così ammazzati in vico Pergola all’Avvocata, a pochi passi dal borgo Sant’Antonio Abate. A sparare due sicari che colpirono mortalmente Eduardo Amoroso alla testa e al torace e Salvatore Dragonetti al volto e all’addome. Giusto un anno fa. Amoroso aveva precedenti per armi, droga, evasione e rapina e l’obbligo di soggiorno a Napoli. Salvatore Dragonetti, sposato con la zia dei nuovi Giuliano componenti della ‘paranza dei bimbi’, era stato denunciato in passato per associazione per delinquere finalizzata al contrabbando di sigarette e lesioni.
