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giovedì, Aprile 25, 2024
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“Gli hanno chiesto di uccidere Zaza”, parla il fratello di Emanuele Piazza

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Emanuele Piazza avrebbe lasciato la Polizia di Stato perché gli sarebbe stato chiesto di uccidere il boss della camorra Michele Zaza. E’ stato Andrea Purgatori a far emergere il retroscena sull’ex agente nella puntata di Atlantide andata in onda su La7. Il giornalista e conduttore televisivo ha intervistato il fratello Andrea Piazza: Mio padre ha fatto mettere a verbale di avere saputo che Emanuele avrebbe deciso di lasciare la polizia perché gli avevano chiesto di commettere un omicidio. Questo lo dice mio padre, lo dice anche un amico di mio padre, Salvatore Parlagreco, che lo appreso direttamente da Emanuele. Gli avevano proposto di uccidere un certo Zaza, un camorrista. Qualcuno dall’interno della polizia gli aveva proposto di ucciderlo ma Emanuele se ne andò dal corpo di polizia“.

L’OMICIDIO DI EMANUELE PIAZZA

Il 16 marzo del 1990 venne ucciso Emanuele Piazza dalla mafia. Era figlio di un avvocato e poi divenne collaboratore del Sisde. Dal suo lavoro scaturirono arresti e il ritrovamento di una base di armi, auto e moto allo Zen. Per il suo impegno era stato messo alla ricerca di latitanti tra i quali anche Totò Riina. Piazza fu strangolato e poi sciolto nell’acido, circostanze che emersero grazie alle rivelazioni di due collaboratori di giustizia.

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I RAPPORTI TRA LA MAFIA E LA CAMORRA 

Zaza venne accusato di narcotraffico e riciclaggio dei soldi sporchi, inoltre fu uno dei primi camorristi ad aver stretto rapporti d’affari con Cosa Nostra. La carriera criminale di Michele ‘o pazz iniziò negli anni ’70 con il contrabbando di sigarette. Il cosiddetto Re del Pallonetto finì in galera con le accuse di associazione mafiosa e associazione per delinquere finalizzata al narcotraffico in un’inchiesta avviata dai magistrati palermitani, primo tra i quali Giovanni Falcone.

Durante un’audizione in Commissione Antimafia, il collaboratore di giustizia Antonino Calderone dichiarò:” Zaza era uomo d’onore. Nuvoletta era uomo d’onore. Era una famiglia di Napoli. Una decina dei Nuvoletta dipendeva da Michele Greco, perché non andavano d’accordo e si era un po’ distaccata dalla famiglia originaria. Tutti e due i fratelli Zaza erano uomini d’onore e ce ne erano anche tanti altri. Napoli al principio degli anni settanta era un po’ l’Eldorado della Sicilia perché c’era il contrabbando delle sigarette. C’era già chi lavorava sulla droga, ma era ancora poca cosa. Invece quello delle sigarette era uno dei maggiori cespiti. Poiché a Napoli si lavorava fortissimo, i siciliani hanno messo la zampa lì scalzando un po’ i napoletani. Michele e Salvatore Zaza, essendo uomini d’onore, sono rimasti al loro posto. I siciliani hanno lavorato moltissimo. Anch’io con mio fratello avevo 1000 casse ogni due o tre mesi che ci procuravano 8-10 milioni“.

 

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.
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