Francesco Ullero conosceva bene le dinamiche delle organizzazioni criminali dell’area nord di Napoli. Il capozona di Cardito, detto Cul ‘e stopp, avrebbe stretto accordi con i referenti degli altri clan dei quali conosceva le nuove alleanze e i cambiamenti nei rapporti di forza.
Il 70enne e il suo gruppo hanno commentato l’esplosione della faida, combattuta tra gennaio e marzo 2022, tra Frattaminore e Frattamaggiore, scandita da stese, esplosioni, attentati e tentati omicidi. Da una parte c’era il gruppo del clan Pezzella, guidato da Pasquale Landolfo, e dall’altra il gruppo della 167 di Arzano, condotto da Vincenzo Mormile e Pasquale Cristiano.
“Vengono a sparare a casa?”, le parole del ras Ullero
Il 23 gennaio 2022 veniva condotta una stesa contro Landolfo: veniva colpita l’auto parcheggiata in via Turati a Frattaminore. Stessa tipologia di raid avveniva in via Rossini, il 5 febbraio, contro l’auto appartenente ad un affiliato alla mala di Frattamaggiore.
Il 12 febbraio del 2022, una cimice ha registrato il dialogo tra Ullero e il suo affiliato Giuseppe De Simone. Il ras di Cardito è contrariato dallo scontro armato tra i clan: «Ma questi sono scemi. Dice loro vengono a sparare in casa che ci stanno i bambini… Stanno ‘rotti’ per una cosa, dice anche loro hanno mandato “L’imbasciata” a quello, dice noi l’imbasciata l’abbiamo mandata. Nelle palazzine ci stiamo noi e tutto quello che si fa per dentro Fratta lo voglio fare noi. Voi state ad Arzano e fatevelo ad Arzano». Il 70enne non ha voluto schierarsi nella faida, anzi, avrebbe tentato di mediare tra i due gruppi in lotta.
La faida tra Arzano-Frattamaggiore-Frattaminore
Nove stese, 5 bombe e 3 agguati, di cui uno mortale. Non sono i numeri della guerra in Ucraina, ma di un’altra guerra, quella che si è combattuta nell’area a Nord di Napoli nel triangolo Arzano-Frattamaggiore-Frattaminore tra il gruppo Cristiano-Mormile e i Monfregolo-Landolfo.