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venerdì, Marzo 29, 2024
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Fatture false tra Giugliano e Qualiano, scarcerato uno dei professionisti coinvolti

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Lascia il carcere ed ottiene i domiciliari Mirko Iavolato, noto professionista coinvolto in un’inchiesta inerente un’associazione a delinquere finalizzata alla emissione di false fatture attraverso società cartiera ed intestazione fittizia di beni. Iavolato è considerato dagli inquirenti il capo promotore dell’organizzazione, ma non solo. Nei suoi confronti è stata avanzata anche l’ipotesi del riciclaggio di danaro per importi che si aggirano intorno ai 10 milioni di euro circa. Il Tribunale del Riesame di Napoli (XII Sez. pres. Cananzi) in accoglimento delle tesi difensive avanzate dagli Avv. Salvatore e Giovanni Cacciapuoti, ha revocato la custodia cautelare in carcere, disposta a carico di Iavolato, sostituendola con la misura cautelare degli arresti domiciliari.

Lo scorso 21 dicembre Iavolato fu arrestato presso l’aeroporto di Capodichino, mentre rientrava dalla Gran Bretagna, dove ormai risiede da anni,  in esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Napoli Nord. Iavolato è stato scarcerato dalla Casa di Reclusione Giuseppe Salvia di Poggioreale ed è stato posto agli arresti domiciliari presso l’abitazione materna.

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Fatture false tra Giugliano e Qualiano, i nomi dei ‘colletti bianchi’ coinvolti

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In totale sono cinque le persone coinvolte nell’indagine destinatarie di misure cautelari, di cui due arresti domiciliari. Inoltre durante l’indagine realizzata dalla Procura di Napoli Nord e dalla Guardia di Finanza sono stati eseguiti sequestri preventivi per 31 milioni di euro nei confronti di 99 tra persone fisiche e giuridiche, residenti in Campania. In carcere è finito il 39enne Mirko Iavolato mentre ai domiciliari Massimiliano Noviello, 53enne di Marano. Le altre tre persone coinvolte sono due commercialisti con studio a Qualiano e un consulente del lavoro

I due professionisti erano specializzati nell’emissione di fatture per operazioni inesistenti e nella creazione di società esistenti solo su carta. Dalle indagini della Guardia di Finanza di Napoli è emerso che i due avrebbero costituito, intestandole a prestanomi, numerose società fittizie, cosiddette “cartiere”, che avrebbero emesso false fatture di vendita di materiale edile ad aziende effettivamente esistenti, che dunque fingevano di acquistare i prodotti per l’edilizia. Queste ultime aziende inviavano i soldi tramite bonifici alle società cartiere; il denaro veniva poi dirottato su conti esteri riconducibili a commercianti stranieri residenti in Italia, che erano complici dei due professionisti, o su conti correnti della Repubblica Ceca intestati a società controllate di fatto sempre dai due commercialisti indagati, che potevano quindi monetizzare le somme. I professionisti trattenevano una percentuale dei soldi corrispondente all’Iva e restituivano le restante parte della somma alle società acquirenti, che potevano così assicurarsi indebiti risparmi mediante la contabilizzazione di costi mai sostenuti, accumulando inoltre un ingente credito Iva, e potendo quindi costituire fondi neri e operare sul mercato con maggiori risorse e in violazione delle regole sulla libera concorrenza.

 

 

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Antonio Mangione
Antonio Mangionehttp://www.internapoli.it
Giornalista pubblicita iscritto dalll'ottobre 2010 all'albo dei Pubblicisti, ho iniziato questo lavoro nel 2008 scrivendo con testate locali come AbbiAbbè e InterNapoli.it. Poi sono stato corrispondente e redattore per 4 anni per il quotidiano Cronache di Napoli dove mi sono occupato di cronaca, attualità e politica fino al 2014. Poi ho collaborato con testate sportive come PerSempreNapoli.it e diverse testate televisive. Dal 2014 sono caporedattore della testata giornalistica InterNapoli.it e collaboro con il quotidiamo Il Roma
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