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Femminicidio Tina Sgarbini, l’ex compagno non risponde al pm

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Non parla Christian Persico, il muratore trentasettenne finito in carcere con l’accusa di aver soffocato la donna con cui aveva avuto una lunga relazione, Tina Sgarbini, 47 anni, che – a detta del padre della vittima – l’aveva “cacciato di casa, perchè faceva i comodi suoi e non lavorava”.

Ieri sera, intorno alle 20:00, è stato rintracciato dai carabinieri non lontano dal luogo del delitto, a Montecorvino Rovella, un centro di poco più diecimila abitanti vicino a Salerno. È stato portato nella caserma dell’Arma di Battipaglia, ma con il pubblico ministero che ha emesso il provvedimento di fermo per omicidio ha fatto scena muta.

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Il suo avvocato, Michele Gallo, lo ha descritto “tranquillo e lucido”, aggiungendo che “si è avvalso della facoltà di non rispondere”.
Oltre alle sue generalità, non ha reso altre dichiarazioni. Probabilmente una strategia difensiva in vista dell’udienza di convalida davanti al gip, che si terrà nelle prossime ore: l’avvocato, del resto, ha spiegato di avere avuto “solo un contatto fugace” col suo nuovo assistito.

Gli investigatori, intanto, sono al lavoro – acquisendo testimonianze e facendo rilievi – per ricostruire nel modo più dettagliato possibile cosa è avvenuto la notte tra venerdì e sabato in quell’appartamento di via mons. Michelangelo Franchini, dove Tina è stata assassinata.
Per ora si conosce la causa della mortela donna è stata soffocata, conferma all’ANSA il medico legale Marina D’Aniello – ma non si sa come e le ipotesi circolate finora – quella secondo cui sarebbe stata strangolata, oppure asfissiata con una busta di plastica o con una pellicola per alimenti – dovranno aspettare l’esito dell’autopsia.

“Ieri – spiega la dottoressa D’Aniello – abbiamo effettuato un primo esame del corpo e dello stato dei luoghi, insieme ai carabinieri. L’autorità giudiziaria affiderà ora l’incarico per l’autopsia, che si svolgerà nei prossimi giorni. Solo in quella sede potremo effettuare alcuni esami che sono irripetibili e che non avremmo potuto eseguire ieri sul posto. E solo dopo l’autopsia potremmo sapere con certezza come la vittima sia morta. Al momento posso solo confermare che il decesso è avvenuto per ‘asfissia meccanica esterna’. Potrebbe essere stata strangolata o potrebbe esserle stato messo qualcosa in bocca, ma siamo nel campo delle ipotesi. Le certezze le avremo dopo l’autopsia”.

Sul punto sarà ovviamente di nuovo sollecitato a rispondere l’uomo fermato, una cui prima ammissione di colpa è contenuta nel biglietto che avrebbe lasciato ai genitori: “Ho fatto una cavolata”, avrebbe scarabocchiato, manifestando poi l’intenzione di suicidarsi.
Allarmati, i familiari di Christian Persico hanno avvisato i carabinieri, che sono andati a casa di Tina ed hanno scoperto il cadavere.
Persico, invece, non si era suicidato ma era scappato, senza allontanarsi di molto: quando i carabinieri lo hanno bloccato, avvisati da qualcuno che l’aveva riconosciuto, l’uomo si è consegnato senza opporre resistenza.
Sul volto dei graffi, forse segno della difesa disperata della compagna che l’aveva lasciato.

Eppure, spiega il sindaco di Montecorvino Rovella, Martino D’Onofrio, e con lui tante persone che conoscevano la coppia, nulla faceva immaginare un epilogo simile. “La nostra comunità è ancora sconvolta e attonita”, spiega. “Non ci risultano denunce e neanche segnali di pericolo. E questo rende tutto più complicato, perché è difficile intervenire quando non ci sono evidenti motivi di criticità. La nostra comunità è vicina alla famiglia e ai tre figli di Tina (avuti da una precedente relazione – ndr) e, se necessario, predisporremo con l’Asl il massimo supporto psicologico. Bisogna pensare a questi tre ragazzi che sono rimasti, da un momento all’altro, senza la mamma”.

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