Federico Zampaglione, frontman dei Tiromancino e Selvaggia Lucarelli hanno rivelato il triste retroscena del fenomeno che vede alcuni artisti, fare un repentino salto di popolarità che li porta dai teatri, ad esibirsi nei palazzetti, stadi e luoghi che raccolgono un numero elevatissimo di persone. Come abbiamo visto nel caso dei concerti di Elodie e Luchè al Diego Armando Maradona o Geolier al, ancora più vasto, ippodromo.
Finti sold-out e biglietti in omaggio
Questo fenomeno ha come conseguenza, il più delle volte, concerti sold-out solo sulla carta, gonfiati a colpi di biglietti omaggio o svendite last-minute. Questo è uno dei problemi della musica live contemporanea, secondo Federico Zampaglione. Il cantante, infatti, con un lungo post su Facebook racconta, senza mai fare nomi, i retroscena di quello che definisce un “diabolico meccanismo” che “sta distruggendo il meccanismo dei concerti e molte carriere”. Uno sfogo, sotto forma di sceneggiatura di un dialogo tra un artista e un promoter, che svela le dinamiche nascoste talvolta dietro il successo apparente di alcuni tour.
L’inganno, racconta Zampaglione, scatta nel momento in cui il promoter fa leva sull’ego dell’artista. “Bro, credo che a questo punto… dopo il successo virale del tuo singolo, meriti qualcosa di più, dobbiamo fare il grande salto“, dice il fittizio organizzatore al musicista. L’obiettivo è ambizioso: stadi, palazzetti e soprattutto il sold-out a ogni costo. “Ci vuole un tour nei palazzetti, anzi negli stadi e deve essere sold-out!”, insiste il promoter. L’artista, galvanizzato dalla promessa della consacrazione mediatica, si getta così anima e corpo nella promozione social, ma il rischio economico resta tutto sulle sue spalle.
L’inganno dei menager e promoter ai danni degli artisti e il ricatto di immagine
Nella sceneggiature di Zampaglione, l’artista viene svegliato da una telefonata, con tono preoccupato: “Non stai vendendo un c…, lo stadio è semivuoto!“, dice il promoter. E a quel punto, la soluzione c’è, ma ha un prezzo. “Te lo riempio io lo stadio (o il forum), ci sono biglietti gratuiti, a 1 euro, 10 euro… facciamo contest con influencers, retate nei locali con i biglietti… insomma fammi fare il mio lavoro”. Una strategia d’emergenza che salva la faccia all’artista, ma che lo vincola economicamente: “Una buona parte dei costi per riempire lo stadio, a ora vuoto, te li accolli tu, bro!”
“Da questo momento in poi tu vai e fai (per anni) solo quello che ti dico io e tutto ciò che guadagni per un buon 85% è mio, perché devo rientrare”. “Se mai volessi inoltre interrompere il contratto, prima ovviamente mi paghi tutto, oppure resti qui da me e con calma sconti.
Intervista di Zampaglione a Rai1
Dopo il post Facebook, Federico Zampaglione ha spiegato le sue ragioni ai microfoni di “Il Mangiadischi” su Rai Radio1. Il leader storico dei Tiromancino l’ha spiegata semplice con una metafora calcistica: “La musica è un mestiere, e come tutti i mestieri bisogna fare le cose step by step”. “Se prendi un ragazzo che gioca a calcio nella squadra primavera e lo metti in Champions League, dove serve esperienza, alla fine gli fai un danno, anche se quel ragazzo è talentuoso”.
“Nel mondo di oggi, non solo nella musica, sembra che se devi fare qualcosa di eclatante devi farlo nel minor tempo possibile, perché così diventi un esempio, quello che ce l’ha fatta”. “Non è colpa dei ragazzi, è colpa nostra”, ha precisato, “oggi si spettacolarizza tutto, bisognerebbe dare ai giovani la possibilità di crescere con meno pressione e meno tensione, imparando a fare un lavoro nei tempi giusti”