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sabato, Maggio 4, 2024
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Esplosione sulla Tangenziale di Napoli, le vittime salgono a due: anche Fulvio Filace è deceduto

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Nonostante le donazioni di sangue, non ce l’ha fatta Fulvio Filace, ragazzo di 25 anni coinvolto nell’incidente in cui un’auto è esplosa sulla tangenziale di Napoli provocando delle ustioni su tutto il corpo.

Fulvio viaggiava a bordo di un prototipo, un esperimento per la creazione di motori sostenibili. Residente a san Giorgio a Cremano, stava svolgendo un tirocinio presso il CNR. Purtroppo il mezzo è esploso provocando un incendio che l’ha condotto in fin di vita. Fulvio Filace era ricoverato, in coma, all’ospedale Cardarelli. Nei giorni scorsi era partita una corsa di solidarietà per la donazione del sangue e per permettere ai medici di riattaccargli gli innesti cutanei.

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Era già morta Maria Vittoria Prati, ricercatrice 66enne del Cnr che guidava l’auto-prototipo esplosa mentre percorreva la tangenziale di Napoli venerdì 23 giugno. La donna – considerata un nome di riferimento nel campo dello studio delle emissioni e dell’utilizzo di combustibili alternativi – aveva riportato gravi ustioni su tutto il corpo ed è deceduta dopo quattro giorni di ricovero nel Centro Grandi ustioni dell’ospedale Cardarelli, dove era stata trasportata dopo l’incidente.

Fulvio Filace, 25enne laureando in Ingegneria Meccanica all’Università Federico II e tirocinante al Cnr, si si trovava nel veicolo realizzato nell’ambito di un progetto sperimentale per la conversione delle auto convenzionali in veicoli ibridi-solari.

Sono ancora da chiarire le cause di quanto accaduto. La procura di Napoli ha avviato un’indagine, affidata ai magistrati della sesta sezione (lavoro e colpe professionali). Un dirigente del Cnr è stato ascoltato nell’ambito delle indagini ed è stato disposto il sequestro di una vettura gemella a quella andata distrutta, una Volkswagen Polo Tdi, un prototipo utilizzato nell’ambito di un progetto denominato “Life-Save” finalizzato a testare la possibilità di abbinare un motore elettrico con batterie alimentate da pannelli solari a vetture dotate di un propulsore termico con l’obiettivo di ridurre le emissioni nell’ambiente. Secondo quanto è emerso finora, a determinare la potente deflagrazione, che solo per un caso non ha coinvolto altre vetture, sarebbero state delle bombole il cui contenuto, al momento, rimane sconosciuto: sarà una relazione dei vigili del fuoco a fare luce sulla tipologia di gas che contenevano. La vettura gemella di quella distrutta, che è stata sequestrata dalla Stradale a Fisciano, servirà per i successivi accertamenti che l’ufficio inquirente partenopeo potrebbe a breve affidare a dei consulenti. L’obiettivo degli inquirenti è scoprire la ragione per la quale le bombole si trovassero a bordo della Polo, se la loro presenza fosse legata al progetto e se il loro trasporto stesse avvenendo in condizioni di sicurezza.

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