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venerdì, Aprile 19, 2024
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Operazione antimafia all’alba, coinvolto noto imprenditore ‘antiracket’ napoletano

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C’è anche un noto imprenditore napoletano tra le nove persone coinvolte in un’inchiesta antimafia che ha portato questa mattina all’arresto di 9 persone. Le accuse sono di bancarotta fraudolenta e concorso nel reimpiego di beni di provenienza illecita. Tra gli indagati anche un imprenditore messinese, già condannato per reati di mafia e oggi finito agli arresti domiciliari.
Ma la figura più peculiare è quella di Gianpiero Falco, 55enne napoletano, da anni impegnato nelle associazioni antiracket. L’uomo è destinatario di una misura interdittiva con divieto di esercitare per la sua impresa. I reati contestati dal Gip del Tribunale di Caltanissetta vanno dalla bancarotta fraudolenta e il concorso nel reimpiego di beni di provenienza illecita. Accuse in contrasto con l’attività svolta nell’ambito della lotta alle estorsioni.

La Dia, inoltre, ha eseguito il sequestro di 3 imprese, il cui valore complessivo è stimato in oltre un milione e mezzo di euro, coinvolte per i lavori di ampliamento del Palazzo di Giustizia di Caltanissetta.

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L’imprenditore napoletano sottoposto a misura interdittiva

Oltre al napoletano Falco, le misure interdittive riguardano Michele Iraci Cappuccinello, 46 anni e il fratello Giacomo, 45 anni, entrambi imprenditori originari della provincia di Messina ma da tempo residenti a Caltanissetta; Aldo Domenico La Marca, 47enne di San Cataldo (CL); Angelo Romano 53enne di Catania, Messina Carlo Giunta, 51enne. La misura degli arresti domiciliari è scattata per Francesco Scirocco, 54enne di Gioiosa Marea (ME), imprenditore già condannato per reati di mafia. Il provvedimento del Gip ha previsto anche il sequestro, per un valore complessivo stimato in oltre 1 milione e mezzo di euro, delle quote sociali e dell’intero patrimonio del consorzio stabile “Virgilio”, con sede legale a Napoli, nonché delle società “Cantieri Generali s.r.l.”, con sede a Caltanissetta, e “Polime s.r.l.”, di Messina, poiché ritenute strumentali alla commissione del reato di reimpiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita.

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