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sabato, Giugno 22, 2024
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Il ciclone Magnetti sulla Vanella Grassi: «Rosario Guarino mi fece il lavaggio del cervello»

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Un memoriale di quasi settanta pagine. Per rompere con il proprio passato e soprattutto con quei familiari che lo avrebbero usato facendo leva sulla sua giovane età e sul suo risentimento. Dopo tanti anni trascorsi al carcere duro Fabio Magnetti, ex ras della Vanella Grassi, in pagine scritte di suo pugno, ha deciso di vuotare il sacco puntando il dito contro l’ex gruppo di appartenenza e contro lo zio Salvatore Petriccione e soprattutto il cugino Rosario Guarino. La notizia è stata riportata in anteprima da Il Roma ma siamo venuti in possesso delle pagine in cui Magnetti esprime tutta la sua rabbia e la sua voglia di cambiamento: nessun pentimento formale ma una presa di coscienza su quanto vissuto e quanto fatto iniziando a raccontare retroscena, fin qui inediti, riconducibili a nove delitti avvenuti tra Secondigliano e l’area nord. «Nessuna scusante può essere trovata per chi come me non ha avuto alcun rispetto per la vita umana altrui. In ragione di tanto non posso che chiedere perdono dal profondo del mio cuore a tutte le famiglie delle vittime ma anche alle vittime stesse», queste le prime parole di Magnetti nel manoscritto che contiene rivelazioni capaci forse di assestare il colpo di grazia ai gruppi di mala dell’area nord. Poi l’affondo contro il cugino:«Solo in carcere ho compreso che per tanto tempo sono stato il burattino nelle mani di persone verso le quali nutrivo profonda fiducia e che invece mi hanno usato solo per i loro interessi. Mi riferisco a mio cugino Rosario Guarino che per anni mi ha fatto credere che mio fratello era stato ucciso per mano degli Amato-Pagano, nascondendomi la verità, ossia che egli non aveva mai provato a impedire la morte di mio fratello, anzi aveva dato il benestare alla sua uccisione».

Gli inizi criminali e i primi delitti: le prime dichiarazioni di Magnetti

Lo spartiacque della vita criminale di Magnetti si ha con l’omicidio dell’amato fratello Luigi detto ‘o mocill, un evento che, come ribadito dallo stesso Magnetti: «Ha sconvolto completamente la mia intera esistenza, portando dolore e disperazione in tutta la mia
famiglia. Mio fratello era il mio tutto e con la sua morte la mia anima è volata via». A partire da quel momento la discesa negli inferi diventa un fatto compiuto con i primi omicidi e il coinvolgimento attivo nel gruppo facente parte prima del clan Di Lauro e poi divenuto cosca a sè stante. Tra i primi fatti di sangue cui Magnetti ha partecipato c’è quello di Pasquale Malavita avvenuto nel 2010:«In merito a questo fatto di sangue sono spinto soprattutto dalla volontà di liberarmi definitivamente dal mio passato e di saldare il mio conto con la giustizia terrena. Questa morte è stata orchestrata e voluta da Rosario Guarino con il benestare degli Amato-Pagano almeno secondo quanto riferitomi all’epoca dallo stesso Guarino. Il mio coinvolgimento in questo omicidio trae le proprie radici nel lavaggio del cervello operato da Rosario Guarino che mi aveva fatto credere che Malavita aveva dato il proprio consenso all’uccisione di mio fratello Luigi Magnetti. All’epoca non avevo motivo di dubitare di tale circostanza perchè era noto il ruolo di capo che Malavita rivestiva all’interno della famiglia».

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