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martedì, Marzo 19, 2024
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Il Mondiale delle proteste, dalla Germania all’Iran fino all’Inghilterra: quando i giocatori non si girano dall’altra parte

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Non si fermano le polemiche su Qatar 2022. I mondiali di calcio sono iniziati da soli 5 giorni, ma non sono mancati i gesti eclatanti da parte dei giocatori. Dopo lo scandalo fake fans e quello dei container, a far parlare è tornato ancora una volta il tema bollente dei diritti della comunità LGBT+ e le proteste contro il regime dell’Iran.

La fascia arcobaleno in Qatar e il rifiuto della FIFA

La scorsa settimana il capitano della Germania Manuel Neuer, insieme all’inglese Harry Kane, aveva annunciato la sua volontà di indossare la fascia da capitano arcobaleno con la scritta “one love“, a supporto della comunità LGBT+ del paese arabo (In Qatar infatti l’omosessualità considerato un reato e una malattia mentale ed è punita addirittura con la pena di morte). La FIFA però, con il benestare delle controverse dichiarazioni del presidente Infantino, aveva vietato la fascia arcobaleno tra le proteste di tutti. La Federcalcio tedesca ha espresso così il proprio disappunto sui social: “Volevamo usare la nostra fascia da capitano per difendere i valori che abbiamo nella nazionale tedesca: diversità e rispetto reciproco. Insieme ad altre nazioni, volevamo che la nostra voce fosse ascoltata. Non si trattava di fare una dichiarazione politica: i diritti umani non sono negoziabili.”

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Il coraggioso gesto della Germania prima dell’esordio mondiale in Qatar

Manuel Neuer e i suoi compagni però non ci stanno, e così prima della partita d’esordio contro il Giappone (poi persa dai tedeschi per 1-2 in rimonta) hanno compiuto un gesto destinato a rimanere nella storia della competizione mondiale.

Qatar Germania
Il gesto dei giocatori tedeschi

Gli uomini di Flick nella rituale foto di squadra prepartita hanno scelto di posare con la mano davanti alla bocca, a segno del “silenzio” impostogli dalla FIFA sulle discriminazioni del Qatar. Un gesto coraggioso ed importante quello della Germania a rappresentare alle telecamere del mondo intero l’audacia di chi non vuole rimanere in silenzio, e vuole avere la possibilità di esprimere pacificamente e democraticamente il proprio disappunto.

La divisiva risposta di Eden Hazard

qatar germania
Il capitano del Belgio Hazard

Il capitano del Belgio Eden Hazard è uno di quelli che avrebbero dovuto indossare a Qatar 2022 la fascia arcobaleno, ma di fronte alla protesta dei tedeschi ha rilasciato una dichiarazione che ha fatto discutere. “Non mi sento a mio agio a parlarne, perché sono qui per giocare a calcio. Il gesto della Germania è simbolico ma dopo hanno perso la partita. Avrebbero fatto meglio a non farlo e a vincere piuttosto. Siamo qui per giocare a calcio, non per lanciare un messaggio politico“. La vede più sul lato pratico dunque il belga, che preferirebbe maggior attenzione sul lato puramente calcistico che umano e politico. Ma il calcio è lo sport più seguito al mondo, e finché la notorietà è usata per fini giusti come la lotta contro le discriminazioni, che protesta sia.

La presa di posizione contro il regime Iraniano

I giocatori della nazionale di calcio dell’Iran hanno assunto una forte posizione di opposizione contro le violenze perpetrate dal governo di Ebrahim Raisi. I calciatori infatti, prima della partita con l’Inghilterra, non hanno cantato l’inno nazionale del proprio paese, a testimoniare la non adesione alle politiche repressive dello stato islamico. Diviso lo stadio Khalifa: da una parte, bordata di fischi di tifosi Iraniani che non hanno apprezzato il gesto, dall’altra gli applausi di tifosi con cartelloni e slogan inneggianti alla pace e alla libertà in Iran. La reazione dei calciatori iraniani in Qatar arriva dopo gli oltre 378 iraniani morti nelle strade negli ultimi due mesi (dati dell’ong Iran Human Rights) dopo la morte della giovane Mahsa Amini.

L’arresto per “propaganda contro lo stato “, il dietrofront dei giocatori dell’Iran e la rimozione della maglia di Mahsa Amini

Nelle ultime ore invece sembra sopraggiungere la notizia dell’arresto del calciatore Vouria Ghafouri, che vanta 28 presenze con la nazionale, bloccato dalle autorità iraniane in presenza del figlio per “propaganda contro lo stato“. C’è tensione anche da parte dei giocatori Iraniani in Qatar per il loro rientro in patria. Infatti, i giocatori dell’Iran, prima della partita di oggi con il Galles, hanno deciso di non ripetere il gesto dell’inno della prima partita: decisione sofferta, a dimostrazione del terrore che il regime incute con la forza. Nella stessa partita però sembrerebbe esserci stato l’ennesimo fatto controverso: sarebbe stata bloccata una tifosa Iraniana che esponeva una maglia dedicata all’attivista Mahsa Amini, uccisa dalle truppe dell’Iran durante una protesta.

Il sostegno della nazionale inglese

I giocatori inglesi capitanati da Harry Kane hanno sostenuto le recenti polemiche su diritti civili e politici a Qatar 2022. Prima della partita con l’Iran infatti si sono inginocchiati per qualche secondo, per il tradizionale rito a supporto del movimento antirazzista “Black Lives Matter“. Insomma, un’esplosione di proteste e manifestazioni di pace in questo mondiale in Qatar che sembra avere tutte le carte in regola per essere ricordato per sempre.

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