22.7 C
Napoli
martedì, Aprile 16, 2024
PUBBLICITÀ

Il patto Vallanzasca-Vastarella: il piano per far evadere l’Angelo del male

PUBBLICITÀ

Il lupo perde il pelo, ma non il vizio. Nessun detto più appropriato per il boss della Comasina, Renato Vallanzasca, condannato complessivamente a 4 ergastoli e quasi 300 anni di reclusione, e noto per le sue fantasiose evasioni. Ma questa volta c’è un nuovo elemento da aggiungere alla storia: il clan Vastarella del rione sanità.

Pare che il clan napoletano avesse progettato l’evasione del Vallanzasca, e a svelarlo è Rosario De Stefano, pentito del clan Lo Russo e ex fidanzato della donna che ha portato al pentimento dello stesso Carlo Lo Russo. La stessa donna che svelò esecutori e mandanti dell’omicidio del boss Pietro Esposito, che rivelò particolari importanti dell’omicidio di Genny Savastano e a svelare le modalità con le quali il clan Vastarella operava affari illeciti nel Rione sanità.

PUBBLICITÀ

La dichiarazione di De stefano, pubblicata da Cronache di Napoli, racconta le modalità con le quali Vallanzasca avrebbe dovuto evadere: «Mio cognato Enzo Toscano era quello che su incarico di Lelluccio Vastarella doveva far evadere Vallanzasca, nel senso che Lelluccio Vastarella, che era diventato amico di Vallanzasca in carcere, diede incarico a Patrizio Vastarella di mandare qualcuno con un avvocato all’interno del carcere facendo entrare una pistola che doveva essere data a Vallanzasca. Ricordo che mio cognato partì da Napoli con un avvocato e con una pistola e che raggiunse questo carcere che, se non ricordo male, stava su un ‘isola. Tuttavia tale operazione non si concluse e non andò in porto»

I veri motivi per cui il piano non è mai stato realizzato De stefano non li sa. Certo è che Renato Vallanzasca, detto l’angelo del male, è già evaso più volte sotto il naso delle guardie penitenziarie. Nel 1972, detenuto nel carcere di San Vittore, contrasse volontariamente l’epatite, iniettandosi urine per via endovenosa e mangiando uova marce per poi scappare dall’ospedale in cui venne ricoverato. Nel 1987, invece, era su una nave scortato da 4 agenti per essere trasferito in un’altra sede; mentre i poliziotti erano a cena, svitò un oblò e scappò da lì, mischiandosi alla folla del porto.

 

PUBBLICITÀ

RESTA AGGIORNATO, VISITA IL NOSTRO SITO INTERNAPOLI.IT O SEGUICI SULLA NOSTRA PAGINA FACEBOOK.

PUBBLICITÀ

Ultime Notizie

I figli di Francesco Schiavone divisi tra pentimenti, 41 bis e Casal di Principe

Da qualche ora è Libero di nome e di fatto: Emanuele Libero Schiavone ha scontato la pena ed ha...

Nella stessa categoria