Tanti interrogativi ancora da chiarire, ma una cosa sembra certa: Nicola Mirti e Salvatore Sannino, il primo vittima ed il secondo carnefice, si conoscevano. Questo è uno dei pochi punti fermi nell’indagine sull’omicidio avvenuto domenica pomeriggio al lido Palma Rey a Varcaturo. A perdere la vita il 18enne Nicola Mirti, colpito da due fendenti da Salvatore Sannino, al torace ed alla scapola. La polizia ha trovato l’arma del delitto, un coltello a molla di 20 cm che si è conficcato negli organi vitali. Inutile la corsa in ospedale, il giovane è deceduto dopo un’ora e mezza. La notizia ha sconvolto gli amici che erano ancora sul lido, appena hanno saputo della morte sono scappati via. Intanto i parenti e conoscenti hanno raggiunto l’ospedale di Pozzuoli, dove purtroppo Mirti è arrivato cadavere. Ci sono stati anche momenti di forte tensione.
Intano le indagini sono partite immediatamente, grazie alle telecamere dello stabilimento balneare ed alle testimonianze di alcuni presenti, i poliziotti sono riusciti ad identificare l’aggressore, il 19enne Salvatore Sannino. Dopo diverse ore di interrogatorio, durante il quale ha deciso di non rispondere alle domande del giudice, Sannino è stato rinchiuso nel carcere di Santa Maria Capua Vetere in attesa dell’udienza di convalida del fermo.
I due si conoscevano, avevano frequentato la zone della palazzine di Mugnano, dove ci sono diversi giri criminali tra qui quello della droga. E proprio nell’ambito dello spaccio pare che sia sorta mesi fa una diatriba tra i due giovani, vecchi dissapori sfociati poi nella lite avvenuta davanti al bancone del bar del lido, sotto gli occhi di diversi bagnati esterefatti, che affollavano lo stabilimento nella prima calda domenica di agosto.
Resta da capire se l’incontro tra i due sia stato casuale o se invece Sannino sapesse che Mirti si trovasse lì. Perché era armato? Portava sempre il coltello con sè? Oppure c’è stato un diverbio casuale che ha fatto uscire fuori quei vecchi dissapori e attriti che già c’erano? Insomma tanti interrogativi ancora da chiarire.
Intanto uno dei soccorritori parla dei momenti vissuti subito dopo l’accoltellamento. «È successo tutto all’improvviso. Quel ragazzo è caduto a terra, perdeva sangue, sono stato tra i primi a soccorrerlo. Mi fissava negli occhi, era come se mi implorasse di salvarlo», ha affermato Claudio al quotidiano il Mattino.