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venerdì, Aprile 19, 2024
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Confermato il 41bis con isolamento diurno per il boss dei Casalesi Enrico Martinelli

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E’ una storia criminale di lungo corso quella di Enrico Martinelli. Una storia che ha caratterizzato la mala in Terra di lavoro e, di conseguenza, quella Campana e Italiana. Martinelli aveva guadagnato il rispetto dei boss, diventato egli stesso un boss. Di primo livello, anche. Un boss con potere decisionale, uno di quelli che sopra di lui ha giusto i capi dei capi. In un articolo de Il Fatto Quotidiano del novembre 2011, veniva ricostruito lo scenario in grado di identificare lo spessore criminale di Enrico Martinelli.

Tutto inizia dalle indagini che hanno condotto alla cattura di Antonio Iovine, detto “o’ ninno”, capo assoluto del clan, e prima di lui di due suoi fidati galoppini Ernesto De Luca e Enrico Martinelli. Quest’ultimo, omonimo del sindaco, è definito “un boss di antica tradizione criminale, capace di gestire gli affari del clan per conto del capo con autonomia decisionale”. L’informativa riportata nell’ordinanza menziona la perquisizione avvenuta nel maggio 2010, alla ricerca di Iovine, in una abitazione a Casal di Principe nella quale viene ritrovato un bunker e sequestrata una macchina da scrivere elettronica. Dagli esami dattiloscopici e grafici eseguiti dalla scientifica dei carabinieri di Roma emergeva che l’autore del testo estrapolato era il boss Enrico Martinelli.

Il boss fu arrestato e rinchiuso in regime di 41 bis nel 2007, con isolamento diurno obbligato. Gli omicidi, secondo le leggi della Camorra, sono come note di merito e consentono la scalata dell’organigramma criminale. Soprattutto se gli assassinati sono elementi di spicco di clan rivali. Ed è questo il caso di Martinelli. Gli omicidi gli sono valsi il titolo di boss “vecchio stampo” ma anche due ergastoli consecutivi. Su quelli, non ci sono dubbi ne ricorsi. I legali di Enrico Martinelli stanno lavorando per ridurre o eliminare il periodo di isolamento diurno, aumentato da 3 mesi a 1 anno. La richiesta di eliminare l’aumento della durata dell’isolamento, però, è stata respinta dai giudici. Per loro – per la legge – la richiesta è sostanzialmente inammissibile. Condanna doppia confermata, dunque. Senza se e senza ma.

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