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giovedì, Aprile 25, 2024
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La faida per conquistare Forcella, così è nato lo scontro tra Mimmo De Martino e Lello Giuliano Jr

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La Squadra mobile di Napoli ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Napoli su richiesta della Dd Antimafia partenopea nei confronti di cinque persone indagate per detenzione e porto abusivo di armi da fuoco e spaccio di sostanze stupefacenti, delitti aggravati dal metodo mafioso.

Le indagini, condotte tra novembre 2017 e ottobre 2019, hanno consentito di ricostruire una serie di episodi criminosi, avvenuti nella zona di Forcella, a Napoli, commessi nell’ambito di una violenta contrapposizione tra schieramenti riconducibili nelle sfere d’influenza e di controllo da un lato del clan camorristico Contini, famiglia aderente allo storico cartello della criminalità organizzata denominato Alleanza di Secondigliano, e dall’altro del clan Mazzarella. L’ordinanza dispone la custodia cautelare in carcere per due indagati, Domenico De Martino di 29 anni e Alessio Vicorito di 28 anni, gli arresti domiciliari per Mario Giarnieri di 34 anni e Raffaele Cella di 22 anni, e il divieto di dimora in Campania e obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria per Raffaele Giuliano, 26 anni.

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CONTESTO STORICO-CRIMINALE DELLA VICENDA

Secondo l’accusa i delitti in contestazione scaturiscono dalla brama degli indagati di conseguire il controllo criminale sull’area di Forcella, scatenando una violenta contrapposizione tra gli aderenti alla fazione guidata da Giuliano Raffaele detto Lello e gli aderenti al gruppo De Martino detto Mimmo a caciotta, da inquadrare nella storica faida tra il clan Mazzarella ed il clan Contini. Storicamente la famiglia Giuliano, egemone per lungo tempo nel territorio di Forcella, strinse un accordo con Vincenzo Mazzarella (ulteriormente rafforzato dal matrimonio tra il figlio Michele e Giuliano Marianna), finalizzato ad associarsi con i Sanno, i Misso ed i Formicola per combattere l’avverso gruppo Contini-Licciardi di Secondigliano-Mallardo di Giugliano, alleati con altri gruppi operanti nell’ambito cittadino come i Mariano: programma mai attuato in seguito alla costituzione di Luigi Giuliano nel 1996 e tutt’oggi detenuto.

In seguito, anche Gennaro Mazzarella, che aveva il controllo sull’area urbana di Piazza Mercato, di Porta Nolana e zone limitrofe, eseguì congiuntamente ai Giuliano diversi omicidi, tra i quali l’omicidio di Ginosa Giuseppe, commesso il 29.03.1999 da Mazzarella Michele e Ferraiuolo Maurizio, condannati in via definitiva. La famiglia Giuliano perse poi il controllo del territorio in parola nel 2001-2002 in ragione dell’inizio della collaborazione con la giustizia dei suoi esponenti apicali, restando il controllo dell’area in capo ai Mazzarella. Dall’ottobre del 2010 si scatenò una nuova faida tra i Mazzarella e Ferraiuolo Maurizio, culminata nel gennaio del 2012 in un conflitto a fuoco in cui trovò la morte Saggese Giovanni, cognato di Ferraiuolo Maurizio.

Scontro che cessò in seguito all’arresto ed alla successiva collaborazione con la giustizia di Ferraiuolo Maurizio in data 14.06.2012. A partire dal marzo 2013 e sino all’ottobre del 2016, l’indebolimento del clan Mazzarella – a seguito dei numerosi interventi giudiziari che colpirono duramente sia l’articolazione del clan facente capo a Vincenzo Mazzarella (poi deceduto il 5.11.2018) ed al figlio Michele, in relazione all’area urbana di Forcella, della Maddalena, che l’articolazione del clan capeggiata da Gennaro Mazzarella e dai figli Franco e Ciro, in relazione all’area urbana di Piazza Mercato, di Porta Nolana e zone limitrofe — provocò un violentissimo contrasto tra i reduci del clan Mazzarella e la nuova consorteria criminale costituita dalle famiglie Amirante-Brunetti-Sibillo-Giuliano (cd. paranza dei bambini) per la conquista del controllo sui mercati della droga e delle estorsioni nelle zone urbane di Forcella, della Maddalena e della Duchesca. Con l’arresto di Contini Ciro (non indagato in questo procedimento) nell’ottobre del 2016 è emersa la figura di Giuliano Raffaele detto Lello (figlio di Salvatore detto o’ montone, collaboratore di giustizia), da un lato, e di De Martino Domenico detto Mimmo a caciotta, dall’altro, che tenteranno, come emergerà dai violenti episodi di affermare la propria egemonia sul territorio di Forcella.

 

 

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Antonio Mangione
Antonio Mangionehttp://www.internapoli.it
Giornalista pubblicita iscritto dalll'ottobre 2010 all'albo dei Pubblicisti, ho iniziato questo lavoro nel 2008 scrivendo con testate locali come AbbiAbbè e InterNapoli.it. Poi sono stato corrispondente e redattore per 4 anni per il quotidiano Cronache di Napoli dove mi sono occupato di cronaca, attualità e politica fino al 2014. Poi ho collaborato con testate sportive come PerSempreNapoli.it e diverse testate televisive. Dal 2014 sono caporedattore della testata giornalistica InterNapoli.it e collaboro con il quotidiamo Il Roma
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