Un territorio in continua fibrillazione, dove i clan satelliti ed eredi dei Moccia si fanno la guerra l’un con l’altro, a colpi di stese, bombe e agguati. E’ questo lo scenario dell’area a Nord di Napoli tracciato nell’ultima relazione della Dia. I Comuni della provincia settentrionale di Napoli sono connotati dalla presenza di numerosi gruppi camorristici dotati di elevata capacità militare, ma, al contempo, in grado di attuare strategie criminali più subdole per infiltrare l’economia legale e asservire le amministrazioni locali condizionandone le scelte per orientarle a proprio favore.
In alcuni territori la rivalità tra sodalizi è più marcata e spesso si manifesta in maniera eclatante allo scopo di affermare il predominio sugli avversari. Ne è un esempio l’omicidio avvenuto stamattina a Cardito, dove è stato ammazzato a colpi di pistola in pieno giorno in strada Antonio Vitale, 56enne di Frattamaggiore, con alcuni precedenti. Vitale dalle ultime informative è ritenuto orbitante nella fazione di Michele Orefice, costola del clan Pezzella.
I territori dei Comuni di Frattamaggiore, Frattaminore, Cardito e Carditello permarrebbero sotto l’influenza criminale dello storico clan Pezzella che continuerebbe ad esercitare il controllo delle attività illecite, principalmente estorsioni e spaccio di stupefacenti, tramite capizona. La circostanza sarebbe confermata dall’operazione di polizia conclusa dai Carabinieri il 15 febbraio 2024, con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 13 persone accusate di associazione mafiosa, estorsione, traffico e detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti, nonché detenzione e porto illegale di armi da sparo.
L’indagine avrebbe fatto luce su numerose estorsioni in danno di attività commerciali, ditte di onoranze funebri e imprese edili. Tra queste ultime, figurava un’impresa aggiudicataria di un appalto di circa 3 milioni di euro per la realizzazione di un parco urbano-artistico presso l’Ospedale Cardarelli di Napoli. La richiesta estorsiva sarebbe stata avanzata in sinergia con i clan CAIAZZO-CIMMINO del quartiere Vomero e SAUTTO-CICCARELLI di Caivano, con cui i PEZZELLA si sarebbero accordati per la spartizione dei proventi illeciti in ragione del fatto che la ditta appaltatrice fosse di Caivano, mentre la realizzazione dei lavori avrebbe interessato il territorio di Napoli.
Cosa succede al clan Moccia
Tra le organizzazioni criminali maggiormente rappresentative del fenomeno mafioso campano, un riferimento particolare va rivolto al clan Moccia, tuttora operativo sebbene oggetto di costanti azioni repressive che hanno già portato alla condanna di numerosi elementi di vertice e gregari e indotto taluni di essi a collaborare con la giustizia. Il clan Moccia rappresenta un aggregato criminale di considerevoli dimensioni (per numero di affiliati e per vastità del territorio controllato), ormai a connotazione prettamente imprenditoriale, attivo anche in altri Comuni dell’hinterland settentrionale di Napoli (Casoria, Arzano, Cardito, Caivano, Crispano, Frattamaggiore e Frattaminore) tramite gruppi referenti, ciascuno dotato di una propria autonomia e competenza territoriale, unitamente ai quali ha assunto una struttura confederativa, di forma piramidale.
Tale assetto ha consentito alla consorteria criminale in argomento di sopravvivere alle numerose inchieste giudiziarie e di mantenere una considerevole capacità operativa che la pone ancora oggi tra le più insidiose organizzazioni camorristiche del panorama nazionale. L’enorme disponibilità finanziaria ha infatti permesso al clan di estendere i propri interessi illeciti reinvestendo in attività economiche finanche nel Lazio, in particolare a Roma. La cennata capacità imprenditoriale sarebbe altresì corroborata dalle 18 interdittive antimafia adottate dal Prefetto di Napoli durante il 2024 nei confronti di altrettante società riconducibili al citato clan, operanti in svariati settori economici che spaziano dall’edilizia, dalla raccolta e smaltimento dei rifiuti e dal trasporto merci, fino al commercio di alimenti e bevande online e alle attività di intrattenimento per bambini. Nel territorio di Caivano, divenuto noto alle cronache soprattutto per l’imponente attività di traffico e spaccio di stupefacenti praticata dalle organizzazioni criminali locali nei complessi popolari del Parco Verde e del rione IACP (anche noto come Bronx) 45, nel 2024 sono proseguite le incisive e costanti attività di contrasto che negli ultimi anni hanno significativamente colpito i clan SAUTTOCICCARELLI e GALLO-ANGELINO.
In particolare, il 1° ottobre 2024, a Caivano, i Carabinieri hanno concluso un’operazione di polizia che ha interessato il clan GALLO-ANGELINO, con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare46 a carico di 50 persone, accusate di associazione finalizzata al traffico e spaccio di stupefacenti, aggravata dalle modalità mafiose e dalla finalità di agevolare il clan GALLO-ANGELINO. L’indagine avrebbe dimostrato il controllo da parte del citato clan di ben ventidue piazze di spaccio all’interno del Parco Verde di Caivano. Sarebbero inoltre emersi rapporti crimino-affaristici con le cosche di ‘ndrangheta MANCUSO e VARACALLI che provvedevano alla fornitura dello stupefacente.
Il 28 novembre 2024, presso il “Parco Verde” di Caivano (NA), hanno avuto inizio le operazioni di sgombero da parte delle Forze dell’ordine di 36 alloggi polari su 241 complessivi, oggetto di occupazione abusiva e sottoposti a sequestro preventivo l’8 febbraio 2024 su disposizione del Tribunale di Napoli Nord. La priorità è stata data agli alloggi occupati da nuclei familiari legati a clan camorristici, ove erano presenti componenti destinatari di sentenze passate in giudicato con pene superiori a sette anni di reclusione per reati di particolare gravità. Nello specifico, dei 36 alloggi sgomberati, 25 sono risultati occupati da nuclei familiari con soggetti, gravati da pregiudizi penali per reati associativi di tipo camorristico o in materia di stupefacenti, riconducibili ai clan SAUTTO-CICCARELLI e GALLO-ANGELINO. Si segnala che presso il Comune di Caivano risulta tuttora in corso la gestione provvisoria da parte della Commissione Straordinaria, deliberata con DPR del 17 ottobre 2023 ex art. 143 TUEL per la durata di 18 mesi, a seguito di accertate infiltrazioni mafiose.