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mercoledì, Maggio 8, 2024
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Lavori mai eseguiti e pagamenti ingiustificati: truffa da 7 milioni all’Asl Napoli 1

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Una spesa di 7 milioni di euro in 5 anni, per interventi di manutenzione, ristrutturazione, ma anche risarcimenti per contenziosi. Tutte operazioni inserite nel sistema contabile, con conseguente mandato di pagamento che andava a perdersi tra le migliaia di disposizioni dell’Asl Napoli 1. Tutte operazioni inventate: giustificativi simulati, che hanno fatto arrivare soldi veri nelle tasche di ditte e anche di persone fisiche. La Guardia di Finanza ha condotto le indagini, portando nel registro degli indagati 8 dipendenti, assegnati all’area tecnica e della ragioneria. Accertando anche che 68 soggetti che hanno ricevuto i bonifici, tra ditte e persone fisiche.

Le indagini interessano il periodo tra il 2018 e il 2022. Anni durante i quali i pagamenti contestati erano tutti infilati nel calderone della contabilità dell’Asl Napoli 1 e per questo più difficili da scovare. Le somme andavano dai 9 ai 140 mila euro, quindi al di sotto dei 150mila euro, limite massimo per l’affidamento diretto e senza gara d’appalto.

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Per sette degli 8 dipendenti, tutti indagati a piede libero per truffa ai danni dell’Asl, è stato disposto il sequestro delle somme illecitamente movimentate e questa mattina le fiamme gialle hanno inviato la relativa comunicazione agli istituti bancari. In una precedente tranche, nella quale erano stati individuati 4 degli 8 indagati odierni, venne recuperato circa un milione di euro.

Truffa da 7 milioni all’Asl Napoli 1

Al momento non è chiaro se gli indagati collaborassero tra loro, anche se dall’analisi delle operazioni e della relativa filiera, tra elaborazione della pratica, del mandato e disposizione del pagamento, alcuni dei nominativi sono ricorrenti. Secondo quanto ricostruito i metodi per spostare il denaro erano sostanzialmente due. La prima tecnica consisteva nell’inserimento nel sistema di lavori mai eseguiti o nella duplicazione di interventi effettivamente avvenuti ma ad opera di altre ditte; è il caso della manutenzione di impianti antincendio: le attività venivano già svolte dalla società che si era aggiudicata l’appalto ma le fiamme gialle hanno trovato anche pagamenti a beneficiari diversi. Per giustificare i pagamenti sarebbero stati anche inventati contenziosi risolti con risarcimento.

Il secondo sistema, che sarebbe stato usato dai dipendenti impiegati nell’area ragioneria, era ancora più veloce: pagamenti diretti senza alcuna giustificazione. I finanzieri hanno appurato che alcune delle ditte individuate tra quelle che avevano ricevuto pagamenti per prestazioni mai eseguite avevano incassato anche denaro senza la relativa fattura. E soldi erano arrivati anche a familiari e a conoscenti dei dipendenti indagati.

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