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giovedì, Aprile 25, 2024
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“Le scarpe di Pio Valda sono lì”, una telefonata anonima svela il segreto: erano in un sacchetto bruciato tra Barra e Ponticelli

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Una telefonata anonima avrebbe consentito agli inquirenti di ritrovare il paio di scarpe incriminato di Pio Valda. Le hanno trovate in un sacchetto di rifiuti bruciati tra Barra e Ponticelli. Sono le scarpe griffate indossate la notte tra il 19 e il 20 marzo scorsi da Francesco Pio Valda, il presunto killer di Mergellina, che avrebbe ammazzato l’incolpevole Francesco Pio Maimone. A riportare l’anteprima è Leandro del Gaudio su Il Mattino.

È un tassello in più, che si aggiunge all’inchiesta che tiene in cella il 20enne Valda, che – agli occhi degli inquirenti – potrebbe confermare una sola cosa: la volontà dell’indagato, di far sparire sin da subito l’oggetto che ha scatenato una lite culminata nell’esplosione di colpi di pistola.

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Valda si sarebbe rivolto bruscamente a un giovane della sua età, colpevole di avergli sporcato le calzature: «Costano mille euro, sono di marca», scatenando una risposta che ha fatto da innesco al litigio: «Te ne compro dieci…», avrebbe risposto l’interlocutore. Una circostanza confermata da tutti i testimoni ascoltati dopo il delitto, nel corso delle indagini condotte dai pm Antonella Fratello e Claudio Onorati, sotto il coordinamento della stessa procuratrice Rosa Volpe.

C’è un video agli atti, da cui emergono i profili dei litiganti. Poi la versione resa da alcuni testimoni, per altro appartenenti ai due gruppi di litiganti, che confermano un dato su tutti: a sparare è stato Valda, che impugnava una pistola puntata contro la folla. Uno dei colpi ha ucciso Maimone. Difeso dal penalista napoletano Antonio Iavarone, Valda si è avvalso della facoltà di non rispondere dinanzi al gip che ha convalidato il fermo, in uno scenario investigativo che ora si arricchisce di nuovi particolari. Non è stata mai trovata la pistola 38 special usata da Valda; per alcune ore nessuna traccia delle scarpe griffate, mentre agli atti compare la storia del sacchetto di rifiuti fumante. Contenevano le scarpe, quel modello da mille euro da sfoggiare in una movida evidentemente infestata da infiltrazioni camorristiche.

Non solo le scarpe, un’auto spostata ‘senza permesso’ prima degli spari a Mergellina: nuova ipotesi sulla morte di Checco Maimone

Non solo la lite per le presunte scarpe sporcate, ma anche la manovra di un’auto non ‘autorizzata’ avrebbe scatenato l’ira del gruppo di Napoli Est, di cui faceva parte Francesco Pio Valda, contro un’altra banda del rione Traiano. A seguito della lite sarebbe stati esplosi alcuni colpi di pistola, uno dei quali ha colpito mortalmente Checco Maimone.

Questo retroscena inedito, ricostruito attraverso nostre fonti, si aggiunge al quadro, ancora non molto chiaro, rispetto ciò che è accaduto quella maledetta notte nei pressi degli chalet di Mergellina, che è costata la vita alla vittima innocente di Pianura Checco Pio Maimone.

Sono di ieri le dichiarazioni di Pio Valda dal carcere (leggi qui l’articolo) sulla sua presunta innocenza. Pio Valda, parlando col garante dei detenuti Samuele Ciambriello, ha detto di non essere stato lui a sparare e che la sua era una pistola a salve. L’arma del delitto non è stata ancora ritrovata così come non sono state ancora ritrovate le scarpe da 1000 euro incriminate, marcate Luis Vitton.

La dinamica ufficiale che emerge dalle carte del decreto di fermo è quella infatti di una lite e di una successiva sparatoria avvenuta dopo che degli sconosciuti, provenienti dal rione Traiano, avrebbero sporcato le pregiate scarpe di Pio Valda. Quest’ultimo avrebbe poi estratto la pistola ed esploso alcuni colpi in aria ed ad altezza uomo, uno dei quali avrebbe colpito moralmente Pio Maimone, ragazzo innocente che era poco distante mentre chiacchierava con gli amici e mangiava noccioline.

Ma un’altra ipotesi si fa avanti. Pare che la lite tra i due gruppi sia stata preceduta da un battibecco sulla sosta di un’auto, una Fiat Panda bianca, parcheggiata dal gruppo di Pio Valda in mezzo alla strada nei pressi dello Chalet. A quel punto uno dei ragazzi del rione Traiano sarebbe entrato nella vettura (che era aperta ed aveva le chiavi inserite nel quadro accensione) e l’avrebbe spostata ‘senza autorizzazione dei proprietari’. Un gesto che sarebbe stato visto come un ‘affronto’ dal gruppo di Pio Valda, che poco dopo avrebbe meditato vendetta esplodendo dei colpi di pistola.

Resta da capire se, oltre alla questione dell’auto spostata, ci sia stato un ulteriore alterco sulle scarpe sporcate. Quello che è certo è che le indagini su quanto avvenuto quella notte non sono terminate. Altre persone potrebbero essere coinvolte. Inoltre va ritrovato la pistola, un revolver, dalla quale è partito uno dei proiettili che ha ucciso Pio Maimone.

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