Si è avvalso della facoltà di non rispondere, davanti al gip del tribunale di Napoli Nord dott. Vincenao Saladino, l’avvocato Francesco Smarrazzo, finito ai domiciliari con l’accusa di concussione. Il giudice ha convalidato il fermo a carico dell’indagato, coinvolto nell’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord (procuratore Maria Antonietta Troncone e sostituto Patrizia Dongiacomo) ed eseguita dal gruppo della Guardia di Finanza di Giugliano. Scena muta, dunque, per Smarrazzo (difeso dagli avvocati Antimo D’Alterio e Feliciano Taglialatela) il quale ha dichiarato che non appena la vicenda sarà meglio chiarita, sarà a completa disposizione dell’autorità giudiziaria.
Nell’inchiesta sono indagati a piede libero anche il dirigente del settore Politiche Sociali Giuseppe De Rosa ed il consigliere comunale Paolo Liccardo.
LA RICOSTRUZIONE DELLA VICENDA
A denunciare il tentativo di estorsione è stato il titolare de ‘La Rinascita srls’, società che dal 2018-2019 gestisce il centro sportivo Antares di Giugliano, composto da campi da tennis, padel e calcetto dietro il corrispettivo di un canone annuo di 4800 euro (per 9 anni).
La denuncia alla guardia di finanza risale al 30 luglio scorso quando l’imprenditore si recò presso il Comando della Guardia di Finanza di Giugliano per raccontare tutta la vicenda. Tutto è nato nel 2021 quando, a seguito di un controllo effettuato dalla polizia municipale di Giugliano, erano state riscontrate alcune anomalie nella gestione della struttura: affidamento rampo d’azienda in capo a terzi in forma di sub-appalto non prevista all’atto della concessione e di alcune irregolarità edilizie riguardanti la realizzazione di due campi da padel.
LE ANOMALIE AL CENTRO ANTARES E LA RICHIESTA SUI SOLDI PER SANARLE
Da qual momento il titolare della struttura si era adoperato per sanare le irregolarità riscontrate, presentanto una copiosa documentazione negli uffici preposti. Trascorso del tempo senza avere risposta, il titolare della società decide di recarsi di nuovo presso il dirigente ai Servizi Sociali De Rosa, che all’epoca era anche a capo della polizia municipale di Giugliano, per chiedere chiarimenti circa la sua posizione.
Il dirigente, secondo il racconto della vittima, gli disse che la documentazione era insufficiente e che avrebbe dovuto integrare gli atti. Cosa che il titolare fece, ma anche in questo caso non ebbe nessuna risposta. Passato del tempo, decise di tornare di nuovo presso gli uffici comunali per capire a che punto fosse la pratica. Nello stesso ufficio del dirigente c’era un’altra persona che poi è stata riconosciuta in Paolo Liccardo, consigliere comunale eletto in opposizione nelle fila del centrodestra poi passato in maggioranza. Era il periodo di settembre-ottobre 2023.
Qualche giorno dopo il titolare della società parlò con un suo consulente avvocato che gli stava curando la pratica di regolarizzazione, il quale gli disse che era stato avvicinato da un avvocato, parente di Liccardo (poi identificato in Francesco Smarrazzo). Smarrazzo gli disse che per sanare la pratica avrebbe dovuto versare “un obolo di 30mila euro”, poi ridotto a 20mila, al dirigente De Rosa ed al consigliere Liccardo.
In caso di mancato pagamento gli era stata avanzata l’ipotesi di revoca della concessione. Il titolare de ‘La Rinascita’ tergiversò nella speranza di far desitere i soggetti dalla richiesta estorsiva ma gli fu fatto presente dal suo collaboratore che il consigliere Paolo Liccardo aveva fatto richiesta di accesso agli atti per acquisire la documentazione relativa alle irregolarità del centro Antares, in modo da portare il tema della revoca della concessione in Consiglio comunale. Un modo – secondo il Pm – per mettere ‘pressione’, alla vittima al fine di costringerla al pagamento della somma richiesta.
A quel punto lo scorso 30 luglio l’imprenditore decise di rivolgersi alle forze dell’ordine. L’indagine lampo dei finanzieri ha portato all’identificazione dei soggetti coinvolti, anche grazie ad una serie di intercettazioni telefoniche ed ambientali
Nel pomeriggio del 4 settembre, dopo alcuni rinvii, viene fissato l’incontro per la consegna dei soldi che vengono dati dal collaboratore dell’imprenditore all’avvocato Smarrazzo. “I soldi stanno qua…dove sta lo studio?”, si evince da una delle intercettazioni telefoniche tra i due.
Quest’ultimo viene bloccato dai finanzieri che erano appostati sul luogo. A seguito della perquisizione presso lo studio di Smarrazzo è stata ritrovata la somma di 15mila euro, finita sotto sequestro. Le perquisizioni hanno riguardato i domiciliari degli indagati e anche alcuni uffici comunali. I finanzieri hanno sequestrato i cellulari delle persone coinvolte nella vicenda.