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venerdì, Aprile 19, 2024
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L’ombra di Maria Licciardi sul furto e la vendita della copia del Salvator Mundi di Leonardo, l’ipotesi della Procura

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Sono accusate del furto e della ricettazione della copia del Salvator Mundi (o Cristo benedicente) trafugato dalla Basilica di San Domenico Maggiore (convento dei Padri Domenicani) e trovato il 16 gennaio 2021, le sei persone alle quali i Carabinieri del Ros e la Squadra Mobile di Napoli, insieme con il Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri di Napoli, hanno notificato un decreto di fermo emesso dalla DDA.     Il furto aggravato viene contestato a Pasquale Ferrigno, Marco Fusaro e Tommaso Boscaglia; la Procura di Napoli contesta la ricettazione, aggravata dalla finalità dell’agevolazione mafiosa, a Vincenzo Esposito, Antonio Mauro e Domenico De Rosa. Il Salvator Mundi originale, realizzato da Leonardo da Vinci, è stato venduto dalla casa d’asta Christie’s di New York per un valore di 450 milioni di dollari. La copia in questione, di ingente valore storico e artistico, risulta essere stata realizzata da un allievo di Leonardo, nel secondo decennio del secolo XVI.

Il ruolo di Maria Licciardi secondo la Procura

Per rivendere la copia del Salvator Mundi sarebbe scesa in campo direttamente la donna boss Maria Licciardi ‘a piccirella, per anni a capo dell’omonimo clan e del cartello dell’Alleanza di Secondigliano (non indagata). 

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L’ipotesi della procura partenopea, è che nel furto e nella possibile vendita o fruizione del dipinto sia coinvolto la potente cosca Licciardi. Questo quanto emerge dopo la notifica del provvedimento restrittivo notificato da carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale e dalla Squadra Mobile di Napoli, con la collaborazione del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale dei Carabinieri di Napoli nei confronti di sei persone, tra le quali il collaboratore familiare del convento di San Domenico Maggiore.

La copia del Salvator Mundi, dipinto di scuola leonardesca risalente al XV secolo e attributo a Girolamo Alibrandi, si trovava all’interno del museo Doma della basilica di San Domenico Maggiore a Napoli, ma nessuno accedeva allo spazio in cui era conservata dal marzo 2020

Oggi è stato eseguito un provvedimento di fermo nei confronti di sei persone, tra le quali il collaboratore familiare del convento di San Domenico. A fare da intermediario,  sarebbe stata proprio Maria Licciardi, arrestata dal Ros di Napoli lo scorso agosto, all’aeroporto romano di Ciampino dal quale era in procinto di partire per la Spagna per raggiungere la figlia che gestisce alcune strutture alberghiere.

 

 

 

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